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Il Colonialismo al tempo delle Reti – S’Imprenta

S’Imprenta – Rassegna stampa dalla colonia

Tutti i sabato mattina su S’Indipendente

Il capitalismo post-industriale ha fame di due cose: dati ed energia.
Entrambi circolano sulle reti delle connessioni globali, il vero valore aggiunto.

Connessioni telefoniche, elettriche, cavidotti sottomarini, sotterranei, aerei, si connettono i bacini idrici, gasdotti che uniscono (o che dividono) per il metano, quelli per l’idrogeno.
Si connettono le intelligenze umane e quelle artificiali.

Il valore aggiunto delle reti sta nella grandezza del network. Un telefono vale non in base alle ore necessarie per produrlo, ma sulla base di quante persone hanno un telefono e che posso raggiungere connettendomi.
Metcalfe, studioso di reti, formulò il valore di una rete, su cui si basano le network economies, come numero di utenti della rete al quadrato (meno sé stesso) N = n²−n

Le economie di rete hanno però un problema, hanno rendimenti crescenti e trovano la dimensione efficiente nei monopoli.
Per cui, ad esempio, è più facile che tutti utilizzino il programma di videoscrittura Word di Microsoft, perché altrimenti dovremmo studiare cento software, e perché è più facile lo scambio di file: la dimensione della rete degli utenti che lo utilizza non lascia spazio ad altri software, crea una barriera all’entrata della concorrenza. Il monopolio è naturalmente la condizione più efficiente. Vale per i programmi di messaggistica, social network, sistemi operativi, motori di ricerca, e-commerce, in cui a livello mondiale la torta è gestita da pochi.
Le reti uniscono territori e connettono sistemi, ma… 

Il problema è: a chi appartengono le reti? 
E dunque, a chi appartiene l’informazione o il prodotto che passa nella rete?

Alcuni scenari che possono far cambiare il senso di questa transizione:

DeepSeek (l’intelligenza artificiale cinese) cambierà il senso della transizione energetica?
Dall’uscita, Nvidia ha perso quasi 600 miliardi in borsa (DeepSeek utilizza molti meno di processori rispetto a ChatGPT e di livello inferiore), consuma molta meno energia (normalmente per creare una semplice immagine le AI utilizzano l’equivalente di una ricarica del cellulare), costa molto meno, è open source.
Game changer, proprio mentre Trump finanzia l’AI americana (dunque il monopolio ai tempi di Internet si può battere).
La cosa interessante è che i titoli delle società energetiche sono crollati: servirà molta meno energia rispetto a quella prevista.

siccità energetica: qualche mese fa un calo fisiologico invernale del fotovoltaico associato ad una bassa produzione eolica ha generato la siccità energetica, per cui c’è stato un crollo energetico e un aumento dei prezzi. Le rinnovabili sono instabili, una transizione al 100% eolico e fotovoltaico è altamente rischiosa.

senza soldi pubblici, le gare per l’offshore vanno deserte, le rinnovabili non si reggono da sole sul mercato, sulla semplice produzione e vendita di energia.

La risposta al capitalismo assistito, coloniale, che favorisce le multinazionali, è la nascita di un’economia alternativa data dalle comunità energetiche, che creano connessioni tra cittadini e tra territori, per produzione e consumo di energia, ricominciano a produrre, si riattivano a fronte di un progetto: le rinnovabili sono scalabili in dimensioni piccole, non è necessario che si risolvano in grandissimi impianti.

Una boccata d’aria per quei territori che si spopolano (Allarme demografico, nell’isola persi 64mila giovani in dieci anni), per passare dal consumo alla produzione, riattivare le energie, opporsi al declino e all’emigrazione.
Per citare l’intellettuale sardo Eliseo Spiga, “i paesi come luoghi del lavoro” (video di Marco Gallus). Era nei paesi che si creavano i posti di lavoro.

All’arme “transizione”

Titoli allarmanti e ansiogeni (ma non è Pili, è la Nuova Sardegna).

Quando l’allarmismo proviene dal mainstream, che segue la narrazione ufficiale, viene accettato come normale. I dati scientifici vengono “allarmati”, ma i soci della Nuova hanno interessi nelle rinnovabili, come si distingue l’allarme sincero dall’allarme interessato?

In tema speculazione coloniale, ad esempio, per il professor Emilio Ghiani (professore del Tyrrhenian Lab, master finanziato da Terna) l’assalto è infondato.
Secondo il Grig, invece, il sud Sardegna avrà i mari invasi dall’offshore, il comune di Cagliari vota contro. Anche i sindaci sardi (Castelsardo, Carloforte, Olbia) si mobilitano: «Dannoso per il nostro mare».
Gli stessi che hanno interessi, posseggono giornali e network televisivi, creano opinione, scelgono quale allarme è giusto e quale no.

Tyrrhenian Link, a Selargius ancora una volta scoppia la protesta

Terna avvia in Sicilia la posa del cavo Tyrrhenian link nel ramo est (Sicilia- Campania).

Facciamo un breve riepilogo: a febbraio 2024 il comune di Selargius ( su forte pressione del comitato e con la maggioranza che ha tentato di far mancare il numero legale) ha presentato ricorso straordinario al presidente della repubblica, tuttora in attesa di esito.
Il comitato ha chiesto da tempo al sindaco di richiedere la sospensiva dei lavori in via cautelativa, ma il sindaco ha tergiversato per un anno intero.

Ora, dopo ulteriori insistenze del comitato, è stata inviata la sospensiva. Per supportare la richiesta è stato redatto un report dell’agronomo Asquer, che denuncia i pericoli dell’industrializzazione dell’area agricola in un documento a supporto della sospensiva.
Contemporaneamente arriva in comune un’ulteriore richiesta di un impianto di batterie BESS, 200MW in entrata e 800 in uscita, vicino alle stazioni del Tyrrhenian Link e alle altre batterie da 150 MW.

Il consiglio comunale di giovedì 6 febbraio è stato animato dagli attivisti del No Tyrrhenian Link, supportati dal gruppo oristanese del Presidio del Popolo Sardo (dei comitati Pratobello24).

Martedì 11 febbraio, ore 18, S’Indipendente sarà a su Tzirculu, per una ciaciarrada in sardu, per parlare di speculazione coloniale insieme ad altri testimoni del presidio selargino.

Lutto sull’Aga Khan

Questa settimana è stato dichiarato lutto regionale ufficiale per la morte dell’Aga Khan.
Visionario benefattore («Senza di lui, non saremmo qui») o creatore di un modello speculativo di cui poco va ai sardi?
Il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, vorrebbe intitolargli l’aeroporto, qualche anno fa voleva intitolare una scuola alla madre dell’emiro del Qatar.
Il colonialismo senza la borghesia compradora autoctona probabilmente non esisterebbe.

La chiave di lettura sull’Aga Khan può provenire da due aneddoti su Antonio Simon Mossa, padre dell’indipendentismo moderno e geniale architetto, “disegnatore” della Costa Smeralda, insieme ad altri archimastrus europei.
Il primo aneddoto è che Simon Mossa prese una pertica come unità di misura (una stibba in sardo) e disse che nessun edificio avrebbe dovuto superarla. Idearono uno stile mediterraneo, non tradizionale, ma che si sposava benissimo con le insenature e con la cultura locale, ma vista in una modalità moderna.
Il secondo è che ad un certo punto, quando Simon Mossa si accorse che i vantaggi per i sardi sarebbero stati minimi o nulli, lasciò l’incarico e rifiutò tutti i soldi, non vide una lira per il suo lavoro.
La grandezza del personaggio si vede soprattutto dalla schiena dritta, non solo dalla grandezza del pensiero.

Continua (dalla puntata precedente) la “guerra” tra Italia e Sardegna

“Lo Stato deve alla Sardegna 1,7 miliardi”, l’assessore Meloni annuncia il ricorso.
Ritenuta irricevibile la proposta dello Stato di 800 milioni di risarcimento spalmati in 10 anni.
Una proposta che nell’Isola hanno reputato irricevibile, ribadendo la volontà di incassare almeno 1,3 miliardi.
Il piatto piange, davanti al rifiuto dello Stato per questa controproposta, si è passati alle vie del ricorso.

In contesti normali lo stato avrebbe pagato 1,7 miliardi, più gli interessi, provate a saltare le tasse, e vediamo cosa dicono all’agenzia delle entrate.
L’Italia è senza ritegno, nemica della Sardegna, mercanteggia su cose scritte nello statuto che utilizza come gli pare e piace. Un esempio di incertezza di diritto, la legge viene usata come clava per imporre i propri affari, o ignorata quando fa comodo: altro che culla del diritto, uno stato coloniale di cui liberarsi al più presto, politicamente e istituzionalmente.

Abbandono scolastico

Italia quinta in Europa. Sicilia e Sardegna le regioni peggiori. Umbria prima.
Uno dei tanti drammi, che chiameremo emergenze, senonché durano da troppo tempo, il problema è strutturale.
Da trattare con urgenza, come quella della sanità e della “transizione”.

Sa cida in 1 Minutu

Einstein Telescope. Francesco Spanedda a sostegno di candidatura su Einstein Telescope tra regione e stato. (regione.sardegna.it)

Speculazione coloniale. Riforma aree protette, così Pichetto Fratin piegherà il suolo al profitto dei privati (Il Fatto Quotidiano)

Speculazione coloniale. In Italia fanno un evento sulla Sardegna contro la transizione: Analisi di possibili traiettorie per la transizione energetica in Sardegna (“Il Coordinamento FREE promuove due appuntamenti chiave per analizzare il ruolo della transizione energetica nello sviluppo industriale e nell’occupazione, con un focus specifico sulla Sardegna”).
Parlano di noi, senza noi.

“Stop alle rinnovabili e via libera agli inceneritori”. Che idea di futuro c’è in Sardegna? (beppegrillo.it). Un altro che si intromette negli affari sardi, su basi speculative.

Carbonia, allarme dopo il video dei rifiuti seppelliti nella discarica.

Nave gasiera nel porto, il sindaco di Santa Giusta contesta: “Nessuna comunicazione, né coinvolgimento”.

Sanità. Futuro del Microcitemico, lavoratori verso lo sciopero: «No all’accorpamento, priorità alle emergenze» (Unione Sarda)

Economia. Cagliari, operatori dei call center in piazza: «Nuovo contratto inaccettabile, col lavoro non si scherza» (Unione Sarda)

Economia. Il benzinaio che ha inventato l’app per registrare diventata famosa in tutto il mondo, la storia di Ugo Maccioni (Sardiniapost)

Politica. Todde rozzamente inciampa sui vocaboli, per cui «Teti è un paese primitivo».

Politica. Assessorato alla Sanità, i rumors: via Armando Bartolazzi, dentro Cinzia Pilo (La Nuova Sardegna)

Trasporti. Rotte aeree, sono 67 le possibili nuove tratte che saranno indicate nel bando (La Nuova Sardegna)

Cultura. “Su sardu: limba bia”: un progetto per valorizzare la lingua sarda (orizzontescuola.it)

Cultura. Il catalano di Alghero entra ufficialmente in Comune: atti istituzionali bilingue (Unione Sarda)

Media Sardi/1. Manuel Scordo nuovo direttore responsabile per Sardinia Post e Sardinia Post Magazine.
“Nel contempo l’editore comunica inoltre che il 31 gennaio 2025 è scaduto il periodo di affitto del ramo d’azienda editoriale con la società Sae Sardegna spa (Gruppo che detiene la Nuova Sardegna), e quindi la Testata rientra nel perimetro della proprietà di Ico 2006 srl, che dal 2012 ha fondato ed edita il quotidiano online e il bimestrale cartaceo”.

Media Sardi/2 Sestu, una grossa pietra all’interno del piatto di pasta: “Signora di cosa si lamenta? Sono spaghetti allo scoglio…” (Castedduonline)

Media Sardi/3. Le inchieste della Nuova Sardegna. Oscar del Porno, l’Italia trionfa: chi sono i due attori che hanno conquistato la “statuetta”

Politica. Bocciato 2 volte dai cittadini ma strapagato: 18 voti a Cagliari al superconsulente Franciscu Sedda. (Casteddu online)
18, il numero tanto temuto dagli studenti universitari… meglio non fare domande, Proietti aveva una risposta a proposito del numero 😅


Immagine: galileonet.it

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