Ambiente

111 Articoli

Architettura

3 Articoli

Cultura

124 Articoli

Economia

7 Articoli

Giustizia

6 Articoli

Interviste

42 Articoli

Lingua

33 Articoli

Mondo

14 Articoli

Musica

2 Articoli

Notizie

58 Articoli

Persone

7 Articoli

Politica

159 Articoli

S'Imprenta

101 Articoli

Sanità

13 Articoli

Sport

4 Articoli

Storia

65 Articoli

Trasporti

2 Articoli

Non perdere le ultime da S'Indipendente!

Per la Legge Elettorale sarda, siamo tutti uguali?

Dove si spezza il pane della democrazia.
Giovedì 6 marzo 2025 ad Olbia ho avuto l’onore di presiedere il convegno promosso da Autonomie e Ambiente sulle leggi elettorali, quella italiana cosiddetta “Rosatellum” e quella regionale sarda.

Il convegno era rivolto a tutte le forze politiche, quelle al governo della regione, quelle all’opposizione e quelle rimaste fuori proprio a causa delle cosiddette soglie di sbarramento – del 5% per i partiti singoli, del 10% per le coalizioni.

La presenza in sala di esponenti di varie forze politiche, fra i quali spiccavano il presidente del Consiglio Comunale olbiese Marzio Altana e il neoeletto segretario cittadino di Fratelli D’Italia, Marco Piro, attesta l’interesse trasversale verso l’argomento.

Fra i relatori, Antonello Licheri, autore del saggio “Elettori silenziati”, il quale ha spiegato con semplicità le aberrazioni, le storture e le conseguenze dannose del Rosatellum, con inevitabili pararellismi con la legge elettorale sarda.

Portando un saluto ai lavori, collegato online da Firenze, Mauro Vaiani (vicepresidente segretario di Autonomie e Ambiente) ha ricordato come la nostra rete delle autonomie e per l’autogoverno sia impegnata in tutti i territori, nella Repubblica Italiana e, insieme a EFA, in tutta Europa, contro l’erosione della democrazia, di cui le ingiuste leggi elettorali sono più conseguenza che causa. Autonomie e Ambiente, in Italia e in EFA, sta mettendo radicalmente in discussione l’elezione diretta dei “capi” (Napoleone d’Europa, podestà d’Italia, governatori delle regioni, sindaci delle metropoli) e ancora di più sta contestando che tali capi eletti dalla “mediacrazia” debbano poter contare su maggioranze automatiche di fedelissimi nelle loro assemblee.

Danilo Lampis promotore con Sardegna Chiama Sardegna di un grande gruppo costituente per il cambiamento della legge elettorale sarda, ha dichiarato l’obiettivo di coinvolgere più forze politiche possibile, soprattutto quelle al governo della regione perché la stesura di una nuova proposta di legge elettorale sia davvero il frutto di un contributo collettivo, nato dalla più ampia condivisione.

Manuel Pirino di Generazione Italie, ha spiegato molto bene le differenze fra la legge elettorale italiana e quella inglese, sicuramente di ispirazione maggioritaria quest’ultima, la quale tuttavia consente un grande radicamento territoriale. Quelli inglesi sono collegi uninominali piccoli e aperti anche alle candidature civiche e indipendenti. Non hanno nulla a che fare con il maggioritario “all’italiana”.

Giovanna Casagrande, di Sardegna Possibile, ha raccontato l’esperienza purtroppo fallimentare della raccolta firme per i quattro quesiti referendari proposti dal comitato Besostri #IoVoglioScegliere per la correzione dei guasti del Rosatellum, lanciata nel 2024, fallita nel silenzio assordante dei media e delle elite al potere.

Elencando senza pietà tutti gli errori di impostazione da parte dei promotori, ha tuttavia riconosciuto come la campagna contro Il Rosatellum sia fallita anche per essere stata ignorata da tutte le forze politiche e sociali che pure, a parole, si dicono spesso insoddisfatte delle norme vigenti.

Un monito questo, almeno così io l’ho recepito, per chi volesse intraprendere la medesima strada senza avere creato preventivamente una rete sociale e politica a sostegno di simili iniziative. 

Michele Zuddas, avvocato e promotore della della proposta di legge di iniziativa popolare “Pratobello 24 ” sulle energie rinnovabili in Sardegna, ha raccontato la genesi e lo sviluppo di tale proposta, scontratasi contro la massima istituzione sarda, la presidente della regione Sardegna Alessandra Todde, prodotto diretto di quella legge elettorale sarda, che ha fatalmente concentrato tutto il potere nelle sue mani.

Ha ricordato, peraltro, che dopo la sua palese violazione delle norme sulla rendicontazione delle spese elettorali, la presidente Todde potrà senz’altro resistere al potere con l’aiuto della sua maggioranza, ma difficilmente resterà al potere per l’intero quinquennio.

Roberto Visentin, presidente Autonomie e Ambiente e vicepresidente EFA (European Free Alliance), ha invitato a superare gli individualismi e le primogeniture nelle iniziative per la riforma elettorale, nell’interesse collettivo del raggiungimento del risultato, suggerendo col suo pragmatismo di lungo corso che, nella malaugurata ipotesi che il cambiamento della legge elettorale non avvenga in tempi utili, si dovrà decidere di adoperare in maniera strategica l’attuale legge.

Ovvero, una lista unitaria delle persone che credono nella democrazia e nell’autogoverno sardo sarà necessaria, se non vengono eliminate le soglie capestro che da quindici anni le tengono fuori dal parlamento sardo.

Le prossime tappe del gruppo promotore delle azioni per la ricostruzione della democrazia sarda, di cui fa parte anche Autonomie e Ambiente con il comitato Sardigna Pro S’Europa, saranno dunque:

  • Assemblee itineranti, aperte a tutti, per una riflessione trasversale e inclusiva
  • Raccolta in questo percorso degli orientamenti al fine di elaborare punti concreti di riforma
  • Verifica dell’effettiva capacità di questa campagna entro entro la prima metà del mandato del parlamento sardo

Alla fine del convegno, dopo un appassionato intervento di Bachisio Bandinu sulle ragioni del “Fare” che devono prevalere su quelle del “Dire” sempreché sia concesso riassumere banalmente un intervento del professore, un feedback immediato e positivo ci ha fatto comprendere che si sta procedendo sulla giusta strada.

Spezzare il pane della democrazia senza pregiudizi alcuni, come abbiamo fatto ad Olbia, è la chiave della partecipazione, quella che fa riavvicinare i cittadini alla politica.


Immagini: Silvia Lidia Fancello

Cumpartzi • Condividi

Lascia un commento / Cummenta

I commenti saranno sottoposti ad approvazione prima della pubblicazione.

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha in caricamento...