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tagliando governo sardo Todde

Tagliando al Governo Todde: luci e ombre sui primi 8 mesi – S’Imprenta

S’Imprenta – Rassegna stampa dalla colonia

Tutti i sabato mattina su S’Indipendente

In queste settimane, in Italia, si sta scatenando un pressing di bugie sulla Sardegna, sulla mancata volontà di fare la transizione. La fila si allunga: Grillo, Tozzi, Repubblica (Per la Sardegna le rinnovabili sono un buon affare o no? Le risposte della scienza ai dubbi), Il Foglio (La Sardegna blocca le rinnovabili e sabota gli obiettivi climatici dell’Italia).

Questa settimana tocca al Fatto Quotidiano, che da giornale watch dog negli anni è diventato il cane da riporto dei Cinque Stelle.

L’articolo è di Ugo Bardi (Rinnovabili, con la faccenda delle aree idonee i governi regionali fanno i furbacchioni), e per dimostrare la tesi che la Sardegna rinuncia alla transizione, con la legge sulle aree idonee, sbaglia metafora, finendo per portare acqua al mulino dei sardi.

Lo sgangherato articolo cita la storia di Bertoldo il contadino furbo, condannato all’impiccagione che chiede la grazia di poter scegliere l’albero su cui essere appeso. Gli viene concessa. Ovviamente nessun albero è quello giusto, uno troppo alto, uno troppo basso, quell’altro troppo spoglio o troppo verde e Bertoldo si salva la pelle.

Fuori di metafora, l’Italia dunque vuole impiccare la Sardegna e quest’ultima cerca di salvare la pelle. Chi potrebbe dare torto alla Sardegna? È istinto di sopravvivenza, nessuna furbizia.

Per quale reato deve essere impiccata?
Dice che inquiniamo troppo con le due centrali a carbone, ma in realtà la quota prodotta dalle due centrali è simile alla quota di energia esportata verso l’Italia. Tagliate le esportazioni, dunque.

È in atto un chiaro, evidente, lampante, tentativo di coglionamento. Il bardo Bardi, cantore di storie contadine e zappatore dei suoi stessi piedi, affini le sue tecniche di persuasione e si metta l’animo in pace. Il resto dell’articolo continua sul solito registro trito e ritrito, c’è la guerra alle porte, ci verrebbe a mancare l’energia (ora siamo al buio?), siete a favore del fossile e altre sciocchezze varie per giustificare una redistribuzione economica al contrario verso grandi multinazionali (a noi gli oneri di sistema) e per giustificare l’ennesima servitù coloniale contro la Sardegna e il sud.

Per il Corriere della Sera, invece, la legge Pratobello è “volta a bloccare ogni nuovo impianto nell’Isola”. Chiaramente falso, non hanno letto la legge.

Sergio Giraldo, da La Verità, si chiede con una domanda retorica se hanno ragione i sardi a bloccare le rinnovabili. La sua risposta è che i 6,2 GW (minimi) assegnati non si discutono. La motivazione è chiara: “l’energia in surplus sarà destinata alla Penisola attraverso nuovi collegamenti“.

Il giornalismo sardo non sta meglio, il difensore della Todde per eccellenza, Guerrini cerca con raro disequilibrio di parare i colpi una volta contro gli indipendentisti, una volta contro i comitati, una volta contro Pili, usando l’ombrello di Solinas.

Da questo spazio non abbiamo risparmiato critiche a Solinas, ma ora è il turno di Todde. Dunque, facciamo il tagliando al governo sardo.

CV: cariche pubbliche

Sulle cariche pubbliche ormai è noto a tutti che il campo largo ha raschiato il barile e ha usato tutte le cariche disponibili. La scelta basata sul CV era acronimo di “Cadiras Vitae”.
L’Indip ne ha scritto parecchio: Amici miei, Amici miei atto II, Tra politici di centrodestra e candidati (s)fortunati, ecco gli staff della giunta Todde, Chi trova un amico trova un tesoro.
Scrive Repubblica: “Todde, un milione di euro per lo staff: raffica di nomine dopo l’elezione in Sardegna. Ma lei rivendica: in passato erano di più“.

Metano

Dell’assessore all’industria Cani già si è scritto del suo conflitto di interessi grande come una casa. Ha scelto di mantenere l’energivora Glencore a Portovesme.
Dopo che i sostenitori di Todde hanno accusato la Pratobello 24 di aprire le porte al metano, probabilmente tratti in inganno dagli articoli favorevoli dell’Unione Sarda e di Pili, hanno scoperto che nella legge popolare c’è chiaramente scritto (art.3, comma 3) che non verranno realizzate nuove centrali per produrre energia elettrica dal fossile, dunque nemmeno per produrre idrogeno, che nell’art.4 viene citato come “ricerca industriale” da parte di “soggetti pubblici” o a maggioranza pubblica.
La posizione dell’Unione Sarda è nettamente favorevole al metano, ma la legge popolare racconta una storia opposta.
A chiosa di questo quadretto degli equivoci, Cani dichiara che “a Portovesme serve il gas”.

Sanità, 40% del bilancio sardo in mano a un uomo di Conte

L’assessore Bartolazzi svela ancora una volta il suo livello intellettuale con delle proposte su cui cala il gelo imbarazzato: azoto per irrorazione negli acquitrini e nel letame per sconfiggere la lingua blu.
La sanità è allo sbando, l’emergenza delle servitù energetiche ha soffocato quella sanitaria.
Mancano infermieri, le liste d’attesa sono infinite. Per fortuna il governo romano ha eliminato il numero chiuso in medicina. Ci sono voluti cinque anni dalla crisi pandemica per capire una cosa così elementare. D’altro canto il governo italiano impugna la legge sarda sul richiamo dei medici in pensione.
Brotzu-Businco: una sala operatoria su tre in funzione, la chirurgia toracica trasferita al San Michele. Dopo la minaccia di sciopero, primo vertice al Brotzu con Bartolazzi: sciopero per ora scongiurato.
La sensazione è che Bartolazzi non abbia capito l’importanza del suo ruolo. Già dal primo incontro di governo scelse di non venire in Sardegna, ma di presenziare in videoconferenza, con la stessa motivazione di chi inizia la dieta: “comincio lunedì“.

Quest’uomo, inviato direttamente da Conte, gestisce con spensierata incompetenza la maggiore voce del bilancio sardo: 4 miliardi su 10 totali, il 40% del nostro budget.
Colonialismo significa anche questo. La Sardegna paga di tasca sua la sanità, come le altre regioni a statuto speciale, ma viene gestita dall’Italia, da una persona che non rappresenta i sardi, ma un capo di un partito italiano. E da cui passano gli appalti.

Scuola, invalsi, studenti sassaresi ultimi in matematica in Italia

Il 70% dei maturandi ha competenze inadeguate. I dati 2023-2024 rivelano un divario preoccupante tra aree dello stato.

Le questioni socio-economiche hanno sicuramente il loro peso importante, visto che il nord Italia ha risultati migliori del sud Italia e della Sardegna. Ma, come dimostrato da un recente esperimento della scuola di Perfugas di cui vi hanno dato conto su S’Indipendente Marco Piras e Enrico Putzolu (Perfugas: l’istituto comprensivo che insegna il sardo e scala le classifiche invalsi), quando le materie sono più “vicine” al territorio il rendimento sale, come il coinvolgimento degli alunni.
Fare la scuola sarda, che insegni lingua, storia, letteratura, geografia, arte sarda è di vitale importanza.

Nessun governo sardo sembra avere questa priorità, urgente come la sanità e come l’energia. Dal rendimento scolastico dipenderà il rendimento economico dell’isola. È di primaria importanza.

E se gli studenti piangono, gli insegnanti non ridono: «Stipendi inadeguati: in Italia i più bassi d’Europa».
A Bolzano gli insegnanti hanno diritto all’indennità di bilinguismo, una battaglia simile in Sardegna potrebbe portare dei vantaggi economici al settore e creare degli insegnanti preparati all’insegnamento del sardo.

Servitù militari

Ancora una volta interdicono il mare davanti a Teulada, Quirra e Capo Frasca. Per il capitano di vascello Massimiliano Molinas c’è un «beneficio per l’Isola, vi bonifichiamo le vecchie bombe» della guerra mondiale.

Dunque, selezioneranno solo le bombe della seconda guerra, ignorando quelle recenti?
È in realtà un trucco linguistico-giuridico: mai ammettere che l’area è stata devastata dalle bombe dei tempi moderni, i processi che hanno assolto i generali sono stati delle farse, ma non sono stati una bella pubblicità.

Per capirci, da un verbale della riunione del Comipa del 2023, il comitato misto paritetico sulle servitù militari: Esercitazioni Nato in Sardegna, i generali: «Straordinarie opportunità per turismo e lavanderie».
Peccato che nel 2013 i cinque fratelli Murgia che lavoravano nella lavanderia che lavava le divise militari a Teulada si sono ammalati di cancro. Dalla storia è stato tratto un film.

Pratobello 24

La Pratobello 24 è sorretta da tre pezzi fondamentali di società:

  • i comitati (non tutti). Rappresentano gli attivisti, e da S’Indipendente ve li raccontiamo costantemente da febbraio 2022 quando la maggior parte non esisteva ancora, e a porre la questione era l’ADES (La Piattaforma per la democrazia energetica in Sardegna (ADES) presenta il suo Manifesto) e del nuovo attacco speculativo ne scriveva, sempre per S’Indipendente, Cristiano Sabino nel 2021 (La “rivoluzione green” di Cingolani e Starace è il solito pacco coloniale).
  • Mauro Pili / Unione Sarda.
    Questa rassegna stampa nasce per riepilogare le notizie settimanali sarde, e reinterpretarle in chiave anticoloniale/indipendentista, per fornire un quadro alternativo. Se tante volte abbiamo attaccato l’Unione Sarda, come la Nuova Sardegna, perché stava su posizioni coloniali, la virata critica del giornale cagliaritano contro basi militari, esercitazioni, scorie nucleari, fanghi dalla Puglia, e servitù varie, resta un mistero, ma va salutata con favore. Che non significa appiattimento. Continueremo ad avere un atteggiamento critico pesando ogni singola posizione.
  • alcuni sindaci. Di cui avevamo iniziato a darvi conto lo scorso aprile, in seguito alla posizione contro i comitati No Tyrrhenian Link da parte di Graziano Milia (Viaggio tra i sindaci che resistono alla speculazione energetica (e tra quelli favorevoli) – S’Imprenta, rassegna stampa dalla colonia). Rappresentano il lato istituzionale dei territori.
  • E ovviamente, primi per importanza, le oltre 210.000 persone che l’hanno sostenuta.

È chiaramente un movimento complesso e trasversale, i comitati variano da territorio a territorio, ci sono persone con visioni politiche e proposte di lotta diversissime. Dire che sono i “comitati DELL’Unione Sarda” implica disonestà intellettuale o molta superficialità nel comprendere la realtà, soprattutto per chi li ha visti nascere, dato che esistono da tempi non sospetti, mentre la legge popolare Pratobello prende forma questa estate.

Per di più le posizioni dell’Unione Sarda, NON sono quelle della legge Pratobello 24, e lo abbiamo visto prima. Questo punto è la pietra tombale che chiude a qualsiasi dubbio sull’autonomia dei comitati.

Di fatto, oltre al Presidio di Selargius e di Oristano, il movimento Pratobello 24 è ormai l’unica resistenza di una certa consistenza ad essere rimasta attiva, che ha avuto il gigantesco merito di aver coinvolto la popolazione: blocca qualsiasi speculazione, incluso il Tyrrhenian Link, mentre la legge aree idonee di Todde non lo scalfisce.

Sparargli contro significa favorire gli speculatori, per cui si sta intensificando un attacco da più parti, senza cognizione di causa, che mira a seminare dubbi e sospetti con l’evidente tentativo di boicottaggio.
Terna, cordialmente, ringrazia.

Ai comitati spetta l’onere di rafforzare il proprio apporto indipendente dentro il movimento Pratobello, e di continuare la lotta contro la speculazione contro tutte le insidie, incluse quelle da parte del fuoco “amico”, con rafforzata determinazione.


Questa settimana si continua a parlare di sbocco / sblocco di questa situazione sul governo Todde che ignora 210.000 firme.

L’avvocato Zuddas chiama la procedura d’urgenza, tra non molto l’aula sarà obbligata a votare il bilancio.

Il sindaco di Orgosolo Mereu con biblica autorevolezza tuona l’ultimatum:: «Sette giorni, poi sarà mobilitazione».
Giovedì 17 ottobre Comandini ha dichiarato che il conteggio delle firme si è concluso, ma ancora non si sa se la legge andrà direttamente in aula o ritarderanno con un passaggio nelle commissioni. Mereu incalza: «Ora ci dicano quando inizierà l’iter».

Maurizio Onnis vede per i comitati il momento elettorale quale unico sbocco possibile di questo stallo, dimenticando l’attuale legge elettorale.

Ma bisogna fare qualcosa ora, le elezioni sono fra più di quattro anni. L’orizzonte elettorale è perdente, occorre continuare a lavorare nella società con sit-in, manifestazioni, flash mob per accerchiare il palazzo.

L’unica via di uscita reale e consistente di medio e lungo termine è la nascita di un’Assemblea Costituente POPOLARE Sarda, che colleghi comitati e presidi, senza partiti coinvolti nel disastro, che riscriva la carta dei diritti dei sardi e almeno i rapporti, paritari, con lo stato italiano, in modo da fissare stabilmente la consapevolezza raggiunta in questa fase in un processo di autodeterminazione di medio- lungo termine, che non si disperda al primo fiasco elettorale (chi ricorda Vota Sardigna?). E tra le priorità va messa anche la legge elettorale regionale liberticida, atta a bloccare la crescita politica di pezzi di società non allineata, per tenerla fuori dai luoghi decisionali. Per non disturbare.

Todde e Comandini non sanno come gestire le 210.000 firme, cercano di minimizzarle e di sterilizzarle, stanno tirando troppo la corda. Hanno rimosso il fatto che i partiti del campo largo sono minoranza nella società (il voto disgiunto su Todde contro Truzzu ha fatto la differenza) e che hanno vinto per un soffio in un contesto di altissima astensione. Non possono decidere a colpi di maggioranza.

Todde evocando irresponsabilmente la parola “violenza”, ha chiaramente fatto sapere che le manifestazioni anche se pacifiche, non sono gradite.

Il divieto alla manifestazione contro il ddl 1660, culminato nel blocco della polizia in assetto antisommossa va chiaramente in quella direzione.
Ma i sardi sono con i manifestanti, l’apparato statale, di cui Todde fa parte, non riuscirà a creare il malcontento fino ad isolare chi resiste, nonostante il fuoco “amico” faccia il loro gioco.

La Sardegna, da secoli, è dentro ad un incubo distopico da cui non riesce a liberarsi.
È sotto il giogo coloniale, è stata sfruttata per legname, miniere, petrolchimica, rinnovabili, come fornitrice di carne da macello nelle guerre, per basi militari sperimentali e per le esercitazioni.

Ci è stata cancellata la lingua (parlate in sardo con un ragazzo di 15 anni e capirete il livello tra 30-40 anni), non conosciamo la nostra storia, letteratura, e la cultura in generale.

Sottostiamo alle prepotenti leggi italiche; non abbiamo rappresentanti in Europa, per colpa della legge elettorale italiana, ma subiamo le sue decisioni.

Le minoranze anticoloniali sarde sono estromesse da una legge elettorale regionale liberticida, messa in piedi dai partiti coloniali italiani, per cui i movimenti per l’autodeterminazione rinunciano anche solo a presentare delle liste, o sono costretti ad allearsi in improbabili apparentamenti. E dopo aver sbarrato la via elettorale, bloccano anche le manifestazioni di protesta.

La società è narcotizzata, sventolano le bandiere tricolori nei tribunali, nei municipi, nelle scuole, nei balconi e persino nei furgoni dei fruttivendoli.
Ma in Sardegna sembra tutto normale.


Sa cida in 1 minutu


Domani, domenica 20 ottobre, il Presidio presenta: “Capriole Poetiche”
No mancheis


Immaigne: batteriaper.com

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3 commenti

  1. Sulla Sardegna Zona Franca cosa ne pensate sta girando un video in cui Maria Rosaria Randaccio ex funzionaria della intendenza di finanza spiega bene perché i sardi non devono pagare le cartelle esattoriali.

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