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Fondi Discrezionali ai Comuni: il messaggio è chiaro e intimidatorio: do ut des

In questa politica fa regola il voto di scambio.

In un contesto politico drogato da una legge elettorale antidemocratica e da un gioco di candidature che portano gli eletti nel consiglio regionale al ruolo di piccoli califfi del territorio, la conservazione del califfato prende il sopravento sugli obiettivi di carattere generale e il voto di scambio, per lo schieramento, per il partito e per il califfato diventa pratica virtuosa.

Sono fondi per i comuni, ma non per tutti, la ripartizione non segue criteri oggettivi, spopolamento, mancanza di strutture, isolamento, beni identitari e culturali, sono affidati alla discrezionalità di schieramento, di partito e di califfato.

La politica partitica della finta alternanza che da decenni blinda il palazzo regionale è questa, difende e rafforza la propria conservazione e la propria funzione e lascia o mette in sofferenza chi non è nella dinamica di conservazione del sistema.

E’ una Regione matrigna, mi verrebbe da dire, ma sarebbe un immeritato rapporto affettivo semplicemente discriminatorio invece che ostile come di fatto si configura.

Cosa altro è se non ostilità il premiare e il cercare le clientele e intimidire chi non lo è o non lo è ancora?

E cosa altro possiamo fare noi sindaci “non premiati” se non far capire che abbiamo capito?

Maria Maddalena Agus
Sindaco di Olzai


Foto di copertina: consregsardegna.it

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