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Tensione Continua (e Todde non decade)- S’Imprenta

S’Imprenta – Rassegna stampa dalla colonia

Tutti i sabato mattina su S’Indipendente

Due fatti per evidenziare un cambio di passo nel dibattito della società sarda, in cui la classe dirigente ha fatto retromarcia su decisioni prese:

Il primo è la retromarcia dei partiti della maggioranza che hanno patrocinato la propaganda della Joint Stars 2025.
Il secondo è quello dell’università di Sassari che fa retromarcia sull’invito a Emanuele Filiberto, che nel frattempo si appella alla corte europea per riavere i gioielli e gli immobili (ma parte di quelle ricchezze appartiene ai sardi).
Qualche anno fa i sardi avrebbero fatto la corsa per vedere il big e magari cercare di strappare un selfie, oggi la protesta della società ha imposto una visione nuova su questi rapporti.
È la prova provata che i cittadini (o almeno una parte) sono più avanti nella comprensione dei tempi e una modifica radicale sta attraversando la società.
Una nuova maturità sta fermentato nei sardi, o almeno nelle avanguardie.

Perché è necessario spostare quanti più poteri possibili da Roma all’isola?
Perché qui riusciamo ad essere ascoltati e a poter incidere nelle decisioni.
E questo capovolge il discorso decisionale, cioè, la questione Autodeterminazione diventa una questione di Democrazia compiuta.

Votare una volta ogni 5 anni è praticamente una delega inutile, bisognerebbe cambiare nome a quella che chiamano “democrazia”.
È necessario il controllo costante dei corpi intermedi della società (partiti e sindacati non svolgono più questa funzione, o almeno hanno perso credibilità e appeal) il controllo dei media che spulciano le carte e trovano delle incongruenze, o favori agli amichetti. È necessario tenere il potere politico sotto tensione continua.

Ecco un altro esempio.
Il comitato di difesa del territorio No Tyrrhenian Link ha denunciato lo scorso 16 maggio lo sbancamento del colle Mat’e Masoni e la distruzione delle strade da parte dei camion Terna.
La notizia ha fatto il giro dei giornali, e il 22 maggio il sindaco è dovuto correre ai ripari, emettendo un provvedimento con cui blocca il passaggio ai camion Terna, per cui la S.P.A. è obbligata a sospendere i lavori finché non ripara le strade.
Il 23 maggio, immediatamente, Terna ha iniziato a riparare le strade.

È la lezione che ci portiamo dietro da questa lotta biennale contro la speculazione: l’ascolto democratico è una questione di prossimità, ma se le istituzioni locali non hanno poteri, è inutile. Dunque la battaglia per il trasferimento dei poteri da Roma all’isola è di vitale importanza, fino a quel momento non possiamo parlare di democrazia.

Le incrostazioni coloniali possono crollare solo a fronte di una costante e persistente denuncia della società, in tensione continua, ma che deve essere raccontata dai media. Senza voce rimane chiacchiericcio confuso nel sottofondo.

Nucleare e Decadenza Todde

Il problema è che la classe dirigente sarda si sente italiana fino al midollo e governa sulla base di interessi romani, con lo sguardo dei media e degli italocentrici talk show televisivi, per cui Todde si espone in questo modo sul nucleare.

«Siamo disponibili a ragionare sull’energia nucleare, ma deve essere pulita, perché c’è preoccupazione per la gestione delle scorie, per le tecnologie attuali. Se ci dobbiamo confrontare sul nucleare esistente avremmo delle preclusioni. Se ci sono tecnologie che consentono di gestire le scorie, nessuna preclusione».

Apparentemente niente di che, poteva tranquillamente dire, passate fra 20 anni, invece la sua apertura potrebbe aprire le porte alla sperimentazione. Ma se si inizia a sperimentare e ad installare le infrastrutture, una volta che si esce dalla fase sperimentale, è ovvio che si continuerà nello stesso impianto, magari con qualche modifica degli obiettivi in corso d’opera se i risultati non dovessero arrivare.

Truzzu plaude all’apertura sul nucleare: “Bene Todde, ma ci sia confronto con popolo”. Liberarci della sinistra coloniale è inutile se la rimpiazziamo con la destra coloniale.

Sulla decadenza di Alessandra Todde, il verdetto non c’è: la politica resta in stand by.
Il diluvio può attendere, Todde resta ancora in carica, 60 giorni di trame e di accoltellamenti, una vicenda che tenderà all’insabbiamento, con un’unica certezza: la decisione creerà un precedente.

Saviano reclama la ragione sui banditi, ma il problema è che dall’accento ha capito, non solo che erano sardi, ma proprio di Desulo e di Sassari, mentre noi sardi continuiamo a dirci che non ci capiamo da un paese all’altro (fàula). Il secondo problema è che ha detto “la Sardegna gronda di crimine“, ma è una opinione molto forzata. Che ci sia criminalità è fisiologico. Che ci sia più delinquenza che altrove è falso, e lo dimostrano i dati. Dunque, “la Sardegna gronda di criminalità”, meno che altrove.

Poi arriva Desirè Manca, la banalità del nulla, e capiamo dal suo livello argomentativo perché siamo inguaiati, la butta su una generica difesa dei sardi, anche dopo la dimostrazione che i banditi sarebbero (condizionale fino al terzo grado del processo) sardi.

Il niente prepotente, i Cinque Stelle sono riusciti ad imporre anche il candidato di Nuoro, Emiliano Fenu, ed è la cartina di tornasole della debolezza di Comandini, arrendevole e inadeguato alla posizione da segretario, tanto che verrà sostituito a breve da Silvio Lai, ma solo perché ricopre due cariche. Dalla base del PD scalpitano, il cambio di segretario potrebbe generare nuove tensioni.

Gasparetti, portavoce della Presidente Todde, premiato “comunicatore dell’anno”.
Insignito del Premio Ischia come “comunicatore dell’anno” nella categoria under30, per “come ha gestito la strategia e la comunicazione in diverse situazioni complesse, tra cui: i primi mesi dell’insediamento della nuova giunta regionale sarda, la crisi delle rinnovabili, il caso decadenza e l’emergenza sanità”.

La narrazione italiana è un mistero per noi sardi, si alimentano di immagini fuori dalla realtà.
Todde ha gestito male parecchi suoi errori, dalla rendicontazione, alla Pratobello nemmeno discussa (una macchia nera per il suo CV), ai quattro mesi di esercizio provvisorio per dare priorità all’occupazione di (tutte) le poltrone, al silenzio assenso su Saccargia, alla sconfitta sull’autonomia differenziata, alla impugnazione della legge 20.
Insomma, un disastro politico e comunicativo, Todde ha vinto le elezioni per un soffio, ma se si votasse oggi prenderebbe una sconfitta clamorosa.

La morte di Grauso.
Abbiamo letto parecchi coccodrilli su Radiolina, Videolina, Video online e l’Unione Sarda online.
Poi il Giornale di Sardegna, gruppo ePolis, una idea intelligente e coraggiosa, che aveva l’obiettivo di combattere le “incrostazioni” del potere precostituito, in modo “schumpeteriano, di distruzione-creatrice”, così disse in un’intervista.

Quella esperienza è fallita, un Free Press si regge su poche pagine, che significa bassi costi di stampa e redazione piccola, ma Grauso non era tipo da progetti di piccola risonanza.

Rimane il vuoto di quell’esperienza e delle numerose inchieste, la necessità di rompere gli equilibri della classe dirigente coloniale, la borghesia compradora, che a destra come a sinistra, infesta i media, le università, le amministrazioni, i consigli di amministrazione. 

Vito Biolchini ricorda il Grauso che interviene pesantemente in politica usando il giornale, stravolgendo le regole deontologiche, ed ha ragione. Ma Biolchini ha una visione molto formale sull’interventismo politico degli editori. La Nuova Sardegna, dietro i silenzi ed un’apparente neutralità (salvo poi fare propaganda nelle scuole insieme ad aziende delle rinnovabili) nasconde interessi tangibili, ed è ugualmente interventista. Come l’Unione Sarda di oggi e di tutti i mezzi di informazione che hanno altri interessi dietro, tranne i rari editori puri, come lo era Grauso.

Comunità energetiche, firmato il decreto che modifica la disciplina degli incentivi

Due giornalisti di una radio cagliaritana che ogni mattina fanno la rassegna stampa intervallata da musica funky anni ’70, in stile Disco Stù dei Simpson, prendono di mira i comitati, ironizzando ma senza conoscerne realmente le posizioni, per cui inventano che i comitati sono favorevoli al nucleare, che sono contrari a tutte le energie, sparano falsità con una superficialità disarmante.
In realtà i comitati fin dall’inizio si sono espressi favorevolmente sulle rinnovabili, proponendo una vera transizione necessaria e che c’è una questione sociale dietro, per cui la soluzione passa per le comunità energetiche.
La transizione ecologica prevede una transizione energetica, ma possiamo, almeno in questo settore, fare una transizione industriale, dal grande capitale agli impianti distribuiti nei tetti, connessi tra loro: la società che produce e consuma la propria energia sarebbe una vera redistribuzione economica, per una transizione sociale. È la risposta anticapitalista alla produzione energetica.
Con grande ritardo e misure minime, Pichetto Fratin ha firmato il decreto che introduce delle modifiche alla disciplina per l’incentivazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e delle configurazioni di autoconsumo, tra cui “la possibilità di richiedere un anticipo fino al 30% del contributo“, la modifica da 5.000 a 50.000 abitanti.
C’è un’altra transizione possibile.

I comitati non si arrendono. Sabato 23 i comitati di Gallura e Sarcidano hanno indetto una conferenza stampa in cui annunciano di avere chiesto l’annullamento delle autorizzazioni concesse all’impianto eolico Nulvi Ploaghe (Saccargia), per gravi falsificazioni contenute nella documentazione progettuale.

Sa Cida in 1 Minutu

Kiev onora Manuel Mameli: una targa a Maidan per il “Vespa” sardo caduto in Ucraina.
Dalla Sardegna a Maidan, passando per l’inferno del Donbas. Il destino del venticinquenne selargino, si è intrecciato con quello della guerra russo-ucraina (Unione Sarda)

Scontro stato-Sardegna. l Governo taglia il 50% dei fondi per le strade sarde, Todde attacca: “Ennesimo schiaffo da Roma” (Sardinia Post)

Giustizia. Sciopero della fame dei reclusi nel CPR di Macomer (noblogs)

Edilizia. Via libera alle piccole sanatorie, ristrutturazioni e no ai monolocali-loculo: ecco tutte le novità del Salva casa (La Nuova Sardegna)

Speculazione coloniale. «No alla speculazione»: da Arzachena nuovo appello contro i rischi dell’eolico off-shore (Unione Sarda)

Speculazione coloniale. Agricoltura: ritorna il fotovoltaico a terra? (Vaielettrico)

Speculazione coloniale. L’attivista del comitato nuraxino, Ballisai, denuncia un nuovo impianto offshore composto da 55 aerogeneratori al largo di Portoscuso

Speculazione coloniale. Perdasdefogu, addio lecci secolari: nel bosco spunta una stazione elettrica (Unione Sarda)

Energia. Mauro Pili denuncia il progetto della Saras, denominato Re-Tyre CO2, sostiene di essere un “toccasana” per l’economia locale e regionale per attivare quello che chiamano “riciclo creativo” di oltre 10.000 tonnellate di rifiuti a fine vita ogni anno. Sarà un impianto di pirolisi in grado di trasformare tali pneumatici in carburante per aerei, carbonio nero riciclato e gas (utilizzato per alimentare l’impianto stesso).

Sanità. Vertice sulla sanità, Todde: «Le Asl cambieranno passo, modificheremo il Cup» (Unione Sarda)

Trasporti. Aerei, da Ue ok a bando “Nuove rotte”. (Cagliaripad)

Comunali Nuoro. Progressisti – Liberu: “Siamo in campo per i cittadini” (Cronache Nuoresi)

Cultura. Il “freestyle” dei sardi: la gara poetica logudorese (Unione Sarda)

Sport. Napoli-Cagliari 2-0, è passata la nottata: il Cagliari si difende soltanto e il Napoli vince il quarto scudetto. (Casteddu online)
Meglio una città del sud che del ricco nord.

Le inchieste della Nuova Sardegna. Pandorogate, Chiara Ferragni: “Non ho bisogno di ripulire la mia immagine”
Ecchisene, già detto l’hanno?

Immagine generata con Google AI Studio


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