
Seguendo le ultime tracce del professore in medicina Pietro Antonio Leo
Appassionato medico sardo, nato ad Arbus il 2 aprile 1766 ma operante a Cagliari, nel Regno di Sardegna, si specializzò in Toscana e poi in Francia dove si spense a soli 39 anni, l’8 maggio 1805 all’Hôtel Besançon, rue Pierre Sarrazin, alle ore 17,00. Ebbe funerali di seconda classe presso la chiesa parigina di Saint-Sulpice e fu sepolto il 9 maggio con un piccolo convoglio funebre. Tale personaggio, amico di Giovanni Maria Angioy, Michele Obino, Matteo Luigi Simon, è da anni oggetto delle ricerche della scrivente.
Avendo l’onore di conferire con il conservatore del cimitero parigino di Vaugirard ancora esistente dove le ricerche mi hanno condotto, ipotizziamo che Pietro Antonio Leo – avendo ricevuto funerali cattolici nella chiesa di Saint-Sulpice – sia stato sepolto presso il cimitero parrocchiale di Saint-Sulpice di Parigi (1784-1824) anche denominato cimitero di Vaugirard o cimitero dell’Ovest.
Per i conoscitori di Parigi, si trattava di un cimitero sorto in un quadrilatero delimitato dall’attuale boulevard Pasteur e le « rues » de Vaugirard, Germaine-de-Staël e Lecourbe, e il cui ingresso si effettuava dalla rue de Sèvres.
Benché situato accanto all’opulento e nobile quartiere parigino del faubourg Saint-Germain, tale cimitero, spesso denominato cimitero di Vaugirard, accolse più defunti poveri che ricchi. A tal proposito, illuminanti risultano le testimonianze di certi testi coevi che sottolineano il forte contrasto esistente fra il cimitero e il quartiere.
Nel 1794, ovvero undici anni prima della scomparsa del Leo, il terreno ospitava diecimila corpi, sicché, saturo nel 1824, fu chiuso e sostituito dal cimitero di Montparnasse.
Molti dei suoi defunti furono allora trasferiti al cimitero di Montparnasse, al Père-Lachaise o alle Catacombe di Parigi.
Sotto il secondo Impero, instaurato il 2 dicembre 1852 quando Louis-Napoléon Bonaparte divenne il sovrano Napoléon III, ogni picconata evidenziò delle ossa che furono condotte nel cimitero di cui parlo che – nel frattempo – era divenuto un ossuario.
Gli scavi nella pubblica via fecero affiorare 111O metri cubi di ossa che necessitarono la presa di una decisione risolutiva dell’incresciosa situazione. Così, un decreto prefettizio del 1859 stabilì che le ossa fossero condotte alle Catacombe di Parigi.
Il cimitero fu successivamente tagliato in parte dal prolungamento del boulevard Pasteur che all’epoca era denominato boulevard extérieur e ciò che rimase funse da deposito per i sanpietrini di Parigi fino al 1885 in cui sul cimitero di Saint-Sulpice o Vaugirard o dell’ovest, venne edificato il celebre Liceo Buffon.
Per appagare una curiosità letteraria, del cimitero di Vaugirard scrisse Victor Hugo ne ‘’I Miserabili’ ’quando descrisse i funerali di Jean Valjean nascosto in una cassa da morto per uscire dal convento ‘’de la mère Crucifixion’’. Al numero 12 del boulevard Pasteur, proprio davanti al liceo Buffon, un pannello storico di Parigi ricorda ai curiosi l’esistenza del cimitero di Vaugirard.
Rassegnarsi all’evidenza dei molteplici sconvolgimenti dei cimiteri parigini dell’epoca e rinunciare al conforto di potersi raccogliere sulla tomba di grandi uomini che contribuirono alla modernizzazione del Regno di Sardegna non è cosa facile. Tuttavia, le ricerche continuano al fine di arricchire le nostre conoscenze su personaggi da salvare dall’oblio.
Pietro Antonio Leo, ritratto di un artista anonimo