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saccargia

Salvare Saccargia è possibile. I comitati sfidano Stato, RAS ed ERG

«Partita finisce quando arbitro fischia»: la celebre frase attribuita a Vujadin Boškov, allenatore e calciatore serbo noto per la sua ironia e le sue massime lapidarie nel mondo del calcio, sottolinea che nulla è deciso fino al fischio finale, e che in una partita – così come nella vita e nella politica – tutto può cambiare fino all’ultimo istante.

Nulla di più calzante per il colpo di teatro andato letteralmente in onda a reti unificate (Videolina e TG3 Regione hanno dato ampio risalto alla notizia) lo scorso sabato davanti alla millenaria basilica di Saccargia.

I comitati contro la quarta ondata coloniale sembravano ormai costretti all’angolo dal muro contro muro impostogli dalla Giunta Todde con la legge 20 e con la Pratobello 24 riposta in un cassetto nel Palazzo insieme alle 210mila firme di sarde che la sostenevano e invece Saccargia, la storica basilica di età giudicale minacciata dal revamping pianificato dai petrolieri della ERG, è improvvisamente ridiventata il simbolo di una lotta che i sardi possono e devono vincere.

Quella lanciata sabato mattina è una sfida aperta, argomentata e determinata che il Coordinamento Gallura e il Comitato Sarcidano Difesa Territoriale, aderenti alla Rete Pratobello 24, hanno scagliato contro la  società ERG Wind Sardegna S.r.l., la Regione Autonoma di Sardegna e gli enti centrali dello Stato e in generale contro il disegno di trasformare l’isola in una gigantesca piattaforma energetica per alimentare il riarmo bellico (ma su questo tornerò con un articolo a parte, viste le recenti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente sul tema). Al centro della contesa, il progetto di potenziamento del mega parco eolico Nulvi-Ploaghe, che prevede l’installazione di 27 nuovi aerogeneratori da 4,5 MW per una potenza complessiva di 121,5 MW.

Il 20 maggio scorso – pochi giorni prima che i riflettori tornassero ad inquadrare la maestosa basilica – i comitati hanno formalmente inoltrato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e, per conoscenza, alla Regione Autonoma della Sardegna, una richiesta di «annullamento in autotutela» del Giudizio di Compatibilità Ambientale rilasciato nel 2019 in favore dell’opera. Secondo i promotori, il parere favorevole sarebbe viziato da gravi irregolarità nei dati anemometrici forniti dalla multinazionale ERG.

Solide e argomentate le motivazioni dei comitati di tutela ambientale:  «Abbiamo lavorato per mesi, in silenzio ma con estrema precisione» – afferma Domitilla Parodi, portavoce del Coordinamento Gallura «mettendo in campo competenze tecniche, matematiche e legali per dimostrare che il progetto è stato approvato su basi non scientifiche. I dati anemometrici dichiarati  – 2.731 ore annue – sono frutto di uno studio mistificato e privo di attendibilità normativa.»

L’annullamento in autotutela è un istituto previsto dalla legge 241/1990 che consente alla Pubblica Amministrazione di ritirare un atto ritenuto illegittimo. In questo caso, secondo i comitati, l’intero iter autorizzativo sarebbe inficiato da un errore a monte: la sovrastima della risorsa eolica nella zona individuata.

A confermare la fondatezza della denuncia è anche l’evidente conflitto sorto tra il Ministero della Cultura (MIC), che ha espresso per ben tre volte parere contrario alla realizzazione per l’impatto sul patrimonio paesaggistico e archeologico, e il MASE, orientato invece alla promozione delle fonti rinnovabili.

I comitati non hanno dubbi sul carattere vizioso dell’autorizzazione : «la Presidenza del Consiglio ha scelto di far propria la posizione del MASE senza valutare correttamente l’attendibilità dello studio anemologico» – spiega Marta Vacca, del Coordinamento Gallura – «se quel dato è falso, tutto l’impianto autorizzativo è compromesso. È inaccettabile sacrificare un luogo come Saccargia per un’opera che si regge su simulazioni fittizie.»

La battaglia legale è solo all’inizio. I comitati stanno preparando un esposto, con l’assistenza di uno studio legale del Foro di Sassari, che punta a portare i responsabili a fare chiarezza sulla procedura autorizzativa: «vogliamo portare questo caso in tribunale perché crediamo che non sia un’eccezione, ma l’inizio di una lunga serie di falsificazioni sistematiche nei progetti eolici in Sardegna» – denuncia Maria Grazia Demontis, esponente del Coordinamento – «la nostra attività di controllo proseguirà su ogni progetto. Se le istituzioni non risponderanno, sarà la magistratura a farlo.»

I promotori chiedono ora un’assunzione di responsabilità da parte della Regione Sardegna, che – nonostante tre pareri contrari – rischia il commissariamento per non aver emesso l’autorizzazione unica nei termini previsti. Una spinta ulteriore è rivolta ai parlamentari sardi perché facciano un’interrogazione parlamentare per far emergere la verità sulla «quarta ondata coloniale che si è abbattuta sulla Sardegna»:

«I sedici parlamentari sardi devono finalmente ricordare perché sono a Roma» – tuona Emilio Demuro, esponente del Comitato Sarcidano – «chiediamo che i nostri rappresentanti presentino un’interrogazione urgente, chiedendo che la transizione energetica venga realizzata nella legalità e nel rispetto della dignità e della sovranità della nostra terra.»

I comitati rimarcano l’importanza di un giusto equilibrio tra sviluppo delle FER e tutela del territorio e delle sue comunità. Inoltre contestano il fatto che lo studio di fattibilità realizzato dalla ERG non sia stato realizzato con anemometri in situ, ma solo mediante proiezioni simulate.

Il caso Saccargia si pone dunque come «simbolo di una nuova resistenza territoriale contro il greenwashing coloniale e per una transizione energetica giusta, partecipata e rispettosa delle comunità locali : non ci arrenderemo» – conclude Demontis – «non lasceremo che la Sardegna venga nuovamente colonizzata!»

Cumpartzi • Condividi

Un commento

  1. GRAZIE GRAZIE GRAZIE, EROI DELLA RESILIENZA SARDA, grazie della vostra intelligenza, che dimostra a questi ladri in casa altrui, che nn siamo 4 analfabeti, senza il senso della realtà. Abistos meda e unidos.

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