Anche l’ambientalismo può creare dipendenza e povertà?

Le ciminiere e le pale eoliche sono sempre modelli di sviluppo e di produzione energetica antitetici?  

È possibile che i fautori della “rivoluzione energetica” e dell’economia “green” usino gli stessi argomenti e perfino le medesime immagini retoriche dei sostenitori della chimica pesante, dei fan del fossile, degli sponsor del petrolio e del carbone? 

Si può devastare l’ambiente, impoverire un territorio e rendere subalterno un popolo impiantando parchi eolici e campi fotovoltaici? 

Insomma, l’ambientalismo è buono sempre e comunque o c’è il concreto pericolo che perfino la difesa dell’ambiente diventi per i sardi una trappola mortale fondata – come le precedenti forme di colonizzazione – su monopolismo, centralismo, scambio ineguale e svuotamento della democrazia? 

E viceversa: è possibile costruire una proposta ambientalista che sia anche comunitaria, democratica e situata nel territorio ospitante?  

Di questi temi e di questi interrogativi tratta l’articolo di Cristiano Sabino uscito sul sito di Filosofia de Logu lo scorso dicembre, a partire da un’intervista al presidente di Legambiente Stefano Ciafani, comparsa a tutta pagina lo scorso 10 dicembre sul quotidiano La Nuova Sardegna. L’articolo si intitola Decolonizzare l’ambientalismo

Con lo stesso titolo e sugli stessi temi è in programma, sabato 21 gennaio, alle ore 18, un webinar organizzato da Manifesto sardo e Sa Domo de Totus di Sassari. Nel webinar, che sarà possibile seguire sulle pagine Facebook e Youtube del Manifesto sardo, interverranno: Stefano Deliperi, del Gruppo d’Intervento giuridico; Graziano Bullegas, di Italia Nostra; Lorenzo Tecleme, giornalista e attivista; Cristiano Sabino, di Filosofia De Logu. Modererà l’incontro Roberto Loddo, direttore del Manifesto sardo.

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