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Il marchese di Mores Antoine Manca, un anti-eroe moderno 

de Adriana Valenti Sabouret

Nato da Richard e Pauline Geneviève de Pérusse, duchessa des Car, Antoine Amedée Marie Vincent Manca ereditò i titoli nobiliari di duca di Vallombrosa, duca dell’Asinara, marchese di Mores e di Montemaggiore, conte di San Giorgio e barone di Thiesi, di Tissi e di Ossi. Il titolo di duca dell’Asinara diede però adito a ‘’tanti scherzi più o meno asineschi’’ per cui Antoine scelse di usare un altro predicato nobiliare. Venne avviato alla carriera militare durante un periodo della sua vita alquanto irrequieto e fallimentare.

Nel 1882, il Manca investì del denaro in una banca cattolica, l’Union Générale, al fine di spezzare il monopolio ebraico nell’esercizio dei crediti. La Banca, tuttavia, fermerà presto i battenti.

Il fallimento dell’Union Générale, benché dipeso da gravi errori di gestione, provocò un’ingiustificata ondata di antisemitismo e le colpe furono attribuite a complotti di gruppi finanziari ebrei e alla famiglia Rotschild in particolare. Quest’episodio rappresentò un altro duro colpo per il marchese di Mores e fu il padre a ripianare i suoi debiti.

Antoine Manca contrasse poi matrimonio con la figlia di un agiato banchiere di Wall Street, Medora Hoffman, trasferendosi negli Stati Uniti d’America. Qui esplicò, a New York, pratiche di aggiotaggio per guadagnare in Borsa. 

Si dedicò poi, con il suocero, a vendere carne di manzo nel Territorio del Dakota – Stato esistito dal 2 marzo 1861 al  2 novembre 1889 – per poi rivenderla, utilizzando tecniche di refrigerazione, nel mercato interno statunitense.

Antoine Manca, dando libero sfogo al proprio individualismo agrario, recinse poi i campi solitamente adibiti al pascolo, avviando così una guerra fra vicini.

Fondò una cittadina battezzandola “Medora” in onore alla moglie e si fece addirittura costruire una carrozza sul modello di quella di Napoleone Bonaparte!
Fu allora che conobbe Theodore Roosevelt, il futuro presidente degli Stati Uniti d’America.

Anche quest’ultima impresa, tuttavia, si rivelò fallimentare e i commercianti ebrei divennero i capri espiatori del suo fallimento. In tale occasione, fu il suocero a ripianare i suoi debiti.

Il marchese De Morès fece quindi ritorno a Parigi, per poi viaggiare per il mondo : Hong Kong, l’India, il Nepal dove effettuò un safari insieme ad altri nobili europei.

In India osservò con interesse la presenza coloniale britannica, sognando un ruolo imperialista della Francia in quei luoghi.

Sulla via del ritorno, incontrò dei commilitoni della celebre École de Cavalerie de Saumur, con i quali discusse della loro presenza nell’Indocina francese. Fu allora che maturò il progetto di costruire una ferrovia francese che raggiungesse il golfo del Tonchino. Si mise subito all’opera ma, boicottato, anche questa sua ultima idea non condusse a nulla.

Dalla primavera del 1888 al 1893, sulla scia del teorico Édouard Adolphe Drumont, De Morès, divenne un torbido mestatore antisemita che si confuse con il movimento anarchico e socialista, spacciandosi per socialista.

Lo scandalo di Panama della Terza Repubblica pose fine al suo impegno politico in Francia mentre emersero i suoi gravi problemi finanziari che spinsero il padre a metterlo sotto tutela.

Antoine Manca si rivolse dunque a un faccendiere ebreo, Cornelius Hertz, chiedendogli un finanziamento, e tale richiesta pose fine alla sua attività antisemita in Francia.

Fra il gennaio 1894 e il giugno 1896, si recò tuttavia in Algeria nutrendo il sogno di stabilire un’alleanza franco-musulmana in chiave antisemita e anti-britannica.

Temendo per la sua vita, il marchese scrisse preventivamente che se gli fosse accaduto qualcosa di male, la colpa sarebbe stata attribuibile alla comunità ebraica tunisina.
Il marchese De Morès, in effetti, fu assassinato per opera dei Tuareg.

I suoi funerali si svolsero fra Tunisi e Parigi e nel mondo fiorirono discutibili iniziative per celebrare la sua memoria : un ‘’memorial’’ nel nord Dakota, una via a lui intitolata a Garches e una piazza a Cannes. 

De Morès divenne una vera celebrità assurta a simbolo dell’antisemitismo moderno. Giornali come il New York Times, il Bismarck Tribune, Le Figaro, Le Temps, La Stampa, il Corriere della Sera, il Messaggero e La Nuova Sardegna lo ricordarono.

Quest’ultimo quotidiano sottolineò che il De Morès aveva origini sarde, presso Sassari.
Per citare qualche aneddoto, l’antropologo, criminologo e psichiatra Cesare Lombroso tracciò del marchese un profilo nel suo testo “L’antisemitismo e le scienze moderne, Torino, Roux, 1894, in quanto appartenente alla categoria ‘’di pazzi o mattoidi…’’

Episodi della sua vita e della sua morte furono citati in numerosissimi testi d’epoca.
Più  di recente, lo scrittore Umberto Eco nel suo romanzo ‘’Il cimitero di Praga’’, citò il marchese di Mores come esponente del giornale antisemita ‘’La Libre Parole’’.

Una ricerca approfondita sul personaggio è stata svolta dal professore Antonio Areddu di Roma.


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