“L’agnello Sardo si sacrifica per Pasqua” – S’Imprenta, rassegna stampa della colonia

de Ivan Monni

L’agnello sardo si conferma il re della Pasqua“, titola Cagliaripad basandosi sui dati del consumo dell’agnello sardo nelle tavole degli italiani.

Ma l’agnello sacrificale della Pasqua 2023, come per le altre feste, è il viaggiatore sardo, vittima della continuità territoriale che non funziona, vanamente illuso dai Riformatori sulle legge falsamente risolutiva dell’insularità in costituzione.

Illuso e deluso dalle inutili battaglie della classe politica italiana, il viaggiatore-agnello si lamenta verso ignoti, ma rivota i soliti noti, che si alternano da quasi 80 anni.
Il risveglio è brusco, ma almeno avviene prima delle prossime elezioni. I biglietti a €600/€700 rappresentano un pugno nello stomaco per chi ha puntato sull’insularità in costituzione come soluzione.

Anche Geppi Cucciari denuncia disguidi per i sardi che tornano per Pasqua. L’assistenza della compagnia aerea Aeroitalia è irraggiungibile.

Tra tutti i settori industriali, il mercato dei voli (diversa dalla questione aeroporti) è uno dei mercati in cui la libera concorrenza, se lasciata libera, funziona.

È tempo di pensare ad altri modelli, l’amministratore delegato della Ryanair qualche settimana fa ha esposto alcune considerazioni da non sottovalutare (“La continuità territoriale (PSO models) esiste da tanti anni in diversi territori dell’Europa perché a quel tempo le linee aeree erano molto costose – ha chiarito Wilson – ma è stata abbandonata dalla maggior parte degli Stati“).
Non è detto che sia il modello giusto per noi, ma vanno fatte nuove valutazioni.

Il problema di fondo è l’approccio della politica alle soluzioni (vale per la destra italiana come per la sinistra italiana). Non si valutano e analizzano seriamente nuovi modelli, dietro consulenza di esperti in economia industriale, semplicemente ci si affida al fiuto del politico di turno, che penserà di risolvere tutto quanto con qualche milione di euro da lanciare nel vuoto. I finanziamenti drogano il mercato e fanno lievitare i prezzi: i vantaggi vanno ai viaggiatori o alle compagnie aeree?

Un altro esempio è quello dell‘accorpamento dei tre aeroporti sardi: è stata fatta un’analisi sulle conseguenze di questa modifica in un settore strategico per la Sardegna? Oppure si vedrà poi cosa succederà? Se nel mercato dei voli la concorrenza può migliorare la situazione, per via della facilità tecnica di accesso alle tratte (una compagnia aerea potrebbe “aprire bottega”, spostando in poche ore un aereo) nella gestione degli aeroporti, invece, siamo in situazione di monopolio, e il mercato non è la soluzione migliore.

L’assessore Moro propone di rendere gli aeroporti pubblici. Potrebbe essere una soluzione, in un settore altamente strategico. Il monopolio privato degli aeroporti è da scongiurare. In questo settore, come in quello dell’acqua, delle strade e in altri, per questioni tecniche non ci può essere concorrenza.

In questo caso la regione sarda non è stata nemmeno interpellata, a detta dell’assessore Moro. Non è una cosa normale! Cioè si naviga (o meglio, si vola) a vista, senza strategia, dopo anni di proclami in cui il settore trasporti-continuità, è sempre stata ai primi punti nelle priorità elettorali.

Il fatto poi che a denunciare il caro trasporti sia l’Unione Sarda, che tra tutti ha spinto al massimo per l’insularità in costituzione, ed è stato ad un certo punto il centro focale della propaganda politica, raccordo tra tutte le forze italiote, rende la questione tragicomica. Ma lì dentro non si fanno domande, se non quelle legate al cemento, spingono e applaudono all’inutile legge, poi si lamentano dei non-risultati. Buono per pulire le cardigas (gratticole) po Pasca!
Salvo qualche giornalista d’eccezione.


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Immagine di : https://www.intermundial.it/blog/bagaglio-da-stiva/

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