de Ivan Monni
Dunque è ufficiale. La Regione Sardegna “risarcirà” i comuni nei quali le esigenze militari (compresi particolari tipi di insediamenti) incidono maggiormente sull’uso del territorio e sui programmi di sviluppo economico e sociale.
Le parole sono fondamentali, prendiamo due concetti del comunicato:
– “risarcire“.
– “comuni nei quali le esigenze militari incidono […] sui programmi di sviluppo economico e sociale“.
Nel testo del comunicato viene indicato frettolosamente che “ai fini dell’erogazione delle risorse statali, il territorio della Sardegna interessato era stato suddiviso in quattro “macro aree, tutte beneficiarie di una quota di risarcimento, ora rivista nella percentuale e nei calcoli”, ovvero:
- La Maddalena
- Poligono di Capo Frasca – Aeroporto di Decimomannu
- Poligono di Salto di Quirra – Capo San Lorenzo
- Poligono di Capo Teulada
Cioè sembrerebbe che si tratti di “risorse statali“, ma distribuite dalla Regione.
Dunque, ufficialmente le istituzioni ammettono che le basi NON portano ricchezza e lavoro, ma “incidono sui programmi di sviluppo economico e sociale”.
Cioè provocano depressione economica, tale per cui è necessario risarcire i territori.
Cade quindi la propaganda delle basi che portano sviluppo, così come da decenni viene denunciato non solo in campo indipendentista. Le basi militari provocano depressione economica: è ufficiale!
Non è una novità, certo, basta guardare i dati dell’andamento della popolazione, ad esempio, di Teulada e Pula e scopriamo (ma i dati sono noti da tempo) che il primo, che ha puntato sulle basi e sull’assistenzialismo, ha dimezzato i suoi abitanti, mentre il secondo, che ha puntato sullo sviluppo turistico produttivo, li ha raddoppiati.
Dal 1961:
– Teulada (-35%) è crollata da quasi 5.700 abitanti a 3.700 circa.
– Pula (+96%) li ha quasi raddoppiati, da circa 3.600 a oltre 7.100 abitanti.
Se guardiamo La Maddalena, dopo la chiusura delle basi, l’occupazione è aumentata, ma la classe politica che vive di stereotipi e slogan facili, non se n’è accorta o ha fatto orecchie da mercante.

Il turismo è una miniera d’oro. Nella costa est lo hanno capito bene sia nel sud (Villasimius, Costa Rei), sia al centro-nord (da Tortolì fino ai Monti di Mola, noti come Costa Smeralda).
La zona di Quirra invece è condannata alla miseria cronica dallo stato italiano.
La classe politica sarda che vuole mantenere le basi aperte, di fatto tiene i sardi in una condizione di servitù-tzerachia rispetto al sistema italiano, che lavora per tenerci in depressione economica per poi elargire elemosine clientelari.
Ma la notizia storica è che almeno abbiamo un’ammissione, è ufficiale: le servitù generano depressione economica e c’è bisogno di risorse pubbliche per risarcire i territori.
L’ammissione è un primo passo.
Àteras novas de sa chida
23 Marzo – quarta udienza in Corte d’Assise per il processo Lince.
“A seguito di una breve interruzione richiesta per deliberare, la Corte ha deciso di riammettere in questo processo la posizione di un imputato, che in precedenza si era chiesto di stralciare per difficoltà di notifica.”
Comitato A Foras
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“‘Troppo facile adesso’. Suona più o meno così il ragionamento che i sardi dei Fratelli d’Italia stanno facendo verso i quattro onorevoli del Psd’Az, colleghi in maggioranza, che vorrebbero scaricare Christian Solinas per approdare nei Fratelli d’Italia.“
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“Sono i nomi che si ripetono negli affidamenti di Sardegna Ricerche, l’agenzia regionale dove nel 2019 gli incarichi assegnati in maniera discrezionale valevano i 1.869.153,87 euro, mentre quattro anni dopo lo stesso capitolo di spesa è arrivato a quota 3.646.925,13 euro.“

Chessa presenta la stagione sportiva 2023
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Giova ricordare (Sardiniapost) che la Regione ha favorito con finanziamenti alcune società sportive in particolare.

Un professore francese insegna sardo agli studenti americani: il progetto nel Kentucky
Si chiama Marc Démont e usa la limba come lingua ‘ponte’ e un metodo di apprendimento incentrato sulle lingue romanze. Gli studenti a fine semestre leggeranno una tradizione del Piccolo principe di Saint-Exupéry – “Su Printzipeddu” – in una lingua, il sardo appunto, che Démont descrive “molto viva e internazionale”.

Immagine: today.it