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Nara cìxiri – S’Imprenta: rassegna stampa della colonia

Fra pochi giorni sarà il 28 aprile, festa dei sardi, giornata in cui nell’isola si ricordano gli eventi di fine ‘700. Forti della fiducia per aver cacciato i rivoluzionari francesi, i sardi presero coscienza della loro capacità di autodifesa e riversarono questa nuova consapevolezza nelle “famose” cinque domande al re.

Capire alcuni meccanismi legati a questioni su come funziona il potere è
fondamentale, in un’ottica politica attuale.
Il potere non poggia per forza sul concetto di maggioranza, basti pensare all’uomo bianco che, minoranza nel mondo, comanda e ha comandato nel mondo per secoli.
È più un meccanismo di premi e punizioni del potere, dettare la narrazione dominante, non metterla in discussione (l’assenza di voci critiche e di intellettuali liberi).

La storia ci dice che il 28 aprile furono aciapaus circa cinquecento piemontesi a Cagliari, il centro del potere savoiardo, sede del viceré.
Com’è possibile che in soli cinquecento (ma il discorso non cambia se fossero stati mille o diecimila) comandassero tutta l’isola?
Cinquecento contro un’isola. Poi, con nuovo atteggiamento, in una sola mattina di coraggiosa autocoscienza, i sardi si liberarono dei piemontesi.

Questo meccanismo funziona così anche oggi?

Esercitazioni militari, mare vietato: area off limits nel cuore del Golfo di Cagliari“, titola l’Unione Sarda.

Dal sito Maistrali, un comunicato di Sardinnia Aresti, informa sulle manovre Noble jump (NoJu 2023) al 27 Aprile al 14 Maggio, e Joint stars 2023, dall’8 al 26 Maggio 2023.
L’esercitazione Nato “Noble Jump 23 (NoJu)” vedrà coinvolti gli eserciti di Italia, Germania, Olanda, Lettonia, Grecia, Repubblica Ceca, Norvegia e Lussemburgo.

I nuovi piemontesi hanno la faccia dei militari italici, che in questi giorni riprenderanno a bombardare la Sardegna. I ruoli sono inversi: sono i militari a farci sgombrare dalle aree, noi siamo gli interdetti.
Com’è possibile che da decenni lo stato italiano guidi le manovre militari, portando altri stati a bombardare l’isola e la maggioranza dei sardi accetti tutto questo in silenzio, se non con vero e proprio consenso?

Un tempo non si conoscevano I fatti, ma oggi non è più una questione di ignoranza, le voci del dissenso ci hanno informato negli anni, in mille modi: dalle manifestazioni, al cinema, ai numerosi articoli.

Certo, oggi l’italia è maggioranza numerica rispetto ai sardi, ma il meccanismo della compiacenza sulle manovre militari mette al centro ancora una volta la narrazione del potere: ti offre un tornaconto (irrisorio) ti toglie l’alternativa e poi ti prospetta l’assenza di alternativa, ti ingloba in una serie di meccanismi mediatici per cui non riesci a vedere altre soluzioni.

Dalla regione sarda, il tema de Sa Die, viene trasformato in folklore, probabilmente sarà inglobato nelle bandiere tricolori, con marcette (o marchette, grazie t9) militari, svuotato dei “significati”.

Avrà il coraggio, un giorno, la regione di intestare il tema de Sa Die contro le basi militari e rispedire in mare le esercitazioni in un riattualizzato coro di “nara cìxiri”?

Con grande sorpresa poi leggiamo un articolo di Casteddu online, che titola “Una settimana di vacanza a scuola nel momento più delicato dell’anno per l’inutile festa di Sa Die”.

La stampa sarda non gode di buona salute, è noto, incapace di voltare lo sguardo alle logiche del potere italocentrico (salvo rare eccezioni). In questo contesto, Casteddu online è un esempio di qualunquismo da link bait, di articoli brevissimi per sparare un titolo sui social e di opinioni grossolane, tamarre come la musica a palla che parte ogni qualvolta si clicca per errore sul link, creando assichidus improvvisi, oltre che imbarazzo, se si è in un’area pubblica.

Qualche anno fa diede la “notizia” in anteprima di un ATTENTATO!, creando allarme e panico. Ma era solo un incidente.
Per carità, liberi di scrivere e di pubblicare, ci mancherebbe.
A noi quella di fare altrettanto, in ottica anti-coloniale.

Al di là delle polemiche, non prendete impegni per l’intera giornata del 28 aprile, il giorno de Sa Die, una festa organizzata dai volontari dell’Assemblea Natzionale Sarda.
A Cagliari e a Sassari.

Una caccia al tesoro in lingua sarda per bambini (prenotate le iscrizioni dei vostri figli, nipoti e pronipoti) in collaborazione con gli scout de Sardigna (A.g.e.s.), tanta musica, passeggiate storiche in italiano, sardo ed inglese, nei luoghi della sarda rivoluzione. Nella serata DJ e ballus tundus. Qui il programma completo.

Ah, a proposito. Nessun soldo pubblico è stato maltrattato per celebrare la festa de Sa Die di ANS, cui questo spazio è associato. Tutto è stato realizzato, con tanto olio di gomito e pochissimi soldi degli associati, dei partner e degli sponsor privati.
Una festa ad “energia pulita”!


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Da valutare se sia un bene o un male: come metriche per misurare il ritorno dell’investimento dovrebbero utilizzarsi almeno quello degli accessi diretti nell’isola, tra staff e pubblico, e il ritorno di immagine (equivalente di spazi pubblicitari acquistati nei vari media in cui appare l’evento).
Chessa invece ha perso l’evento per pura arroganza tipica dei potenti, nessun calcolo del ROI per l’assessore cartonato.

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Immagine: Manifestosardo.org

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