Ötzi era indipendentista, notizie (non buone) dal fronte occidentale – S’Imprenta: rassegna stampa della colonia

de Cristiano Sabino

Formalmente la Sardegna è una regione italiana e i sardi sono cittadini che godono di pari diritti rispetto a quelli del resto della Repubblica, ma ogni settimana affiorano notizie che fanno emergere un’altra amara prospettiva.

Nella settimana che si va a chiudere ne sono uscite diverse che aprirebbero gli occhi persino ad una talpa con la cataratta. Vediamole insieme…

La prima è che il ministro alla Difesa – ma sarebbe più giusto dire “della Guerra” come si chiamava più onestamente un tempo – Guido Crosetto ha candidamente ammesso che non ci sarà «nessuna riduzione della presenza militare in Sardegna». Interrogato in Parlamento sulle tre spaventose esercitazioni NATO che si sono svolte lo scorso maggio nell’isola,  il ministro ha candidamente palesato ciò che passati esponenti politici, ovviamente compresi quelli del cosiddetto “centro sinistra”, hanno sempre praticato senza però mettere in chiaro: «con la sincerità dovuta al Parlamento devo far presente che l’attività addestrativa delle forze armate nei poligoni di Quirra e di Teulada e nella base di Decimomannu non può essere ridotta. La Sardegna è un territorio chiave per la Difesa».

La Sardegna era, è e resterà dunque una colonia militare dello Stato italiano e dell’alleanza bellica in cui essa è inserita, ovvero la NATO e i sardi semplicemente devono accettare questa condizione su cui non sono mai stati (e non verranno mai) chiamati ad esprimersi.

Ciò accade pochi giorni dopo il rinvio  a giudizio di cinque generali dell’Esercito Italiano per il disastro colposo appunto nelle aree dei poligoni interforze e dopo le forti mobilitazioni chiamate da Sardinnia Aresti e da A Foras contro l’occupazione militare della Sardegna e contro l’utilizzo bellico dell’isola.

Alle dichiarazioni di Crosetto è seguita anche la notizia del ritrovamento di una bomba nel mare di Teulada e della chiusura del porto e delle spiagge Portu de S’Arena, Portu Tramatzu, S’ottixeddu. Niente male come biglietto da visita in piena estate per un territorio che punta sul turismo, a riprova del fatto di come la narrazione dell’isola come “paradiso naturale” sia una pura copertura di marketing che riveste una realtà ben diversa!

La seconda notizia che ricorda a tutti i sardi la condizione di subalternità in cui versa la nostra terra smantella tutte le narrazioni democratiche e paritarie fra cittadini e territori della Repubblica.

A scomodarsi è addirittura l’Unione Europea che si ricorda della Sardegna non perché sia la regione peggio collegata d’Europa e con infrastrutture premoderne, non perché la lingua sarda stia di fatto scomparendo senza che la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie venga ratificata da uno dei suoi stati membri (appunto la Repubblica italiana), non per i drammatici tassi di displasie e tumori proprio attorno alle aree militarizzate, non per il tragico abbandono scolastico e devastante tasso di disoccupazione giovanile. No, la UE invia un appello perché la fabbrica di armi RWM, il cui stabilimento produttivo risiede a Domusnovas,produca proiettili per l’artiglieria pesante, indispensabili per fermare l’esercito di Putin e rifornire gli arsenali vuoti della Nato”.

Poco importa se il TAR della Sardegna ha recentemente confermato il blocco dei nuovi reparti costruiti nel 2020 dalla Rwm Italia per raddoppiare lo stabilimento. Poco importa se da anni cittadini e comitati si battano per la riconversione della fabbrica e – in generale – perché la Sardegna sia un’isola di pace che non produca armi poi regolarmente usate nei teatri di guerra per sterminare civili e bambini, come è accaduto puntualmente e in maniera documentata nel conflitto in Yemen.

Il messaggio è chiaro: rimuovete ogni valutazione di impatto ambientale, ogni remora morale e ogni velleità di democrazia e sovranità del popolo sardo.. La colonia Sardegna deve sfornare munizioni per mamma Italia e mamma NATO.

Se l’occupazione militare non si discute e anzi dalla UE arrivano appelli per accelerare il passo nella produzione di armi e munizioni da inviare al fronte, si fa largo parallelamente un’altra presenza infestante che, a vista d’occhio, sottrae spazi fisici (fra cui terreni agricoli e perfino aree archeologiche) e spazi di democrazia ai sardi e alle sarde.

L’obiettivo – ha fatto emergere l’Unione Sarda – sarebbe quello di produrre energia da fonti rinnovabili per un totale di 56,77 GW. La Sardegna – riporta sempre l’Unione – «con i suoi (nemmeno) 1,6 milioni di abitanti è la terza regione per numero di domande di allaccio depositate (seconda se si parla di eolico). In testa c’è la ben più popolosa Puglia (oltre 4 milioni registrati all’anagrafe), seguita dalla Sicilia (5 milioni). Ma se il parametro sono gli abitanti, l’Isola è la terra con più richieste».

Sui social ha spopolato la mappa dell’isola letteralmente piena di pallini verdi, che simboleggiano le aree dove speculatori energetici, di concerto con i Governi Draghi e Meloni, stanno pianificando il saccheggio di terra, sole e vento a tutto beneficio delle aree ricchi d’Italia ed Europa. La mappa “Econnextion” è stata elaborata dalla stessa Terna ed è scaricabile on line.

Giusto per avere un’idea del saccheggio che si sta pianificando, consideriamo che le istanze in tutta Italia sono 4.674 e ben 2.809 sono tra Sardegna, Puglia e Sicilia e come abbiamo visto, la Sardegna la fa da padrona perché qui c’è la maggiore concentrazione di richiesta in rapporto agli abitanti, una mega torre ogni 680 abitanti. Il tutto per produrre energia per circa 50milioni di abitanti, quando in Sardegna ne contiamo appena un milione e seicentomila, ovviamente senza alcun beneficio per i sardi che anzi pagano un prezzo altissimo per l’energia elettrica.

Infatti, mentre sui crinali dei nostri monti spuntano più torri d’acciaio che antunne, in Sardegna l’energia costa il 68% in più rispetto al 2021, come rilevato dall’ultimo dossier dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna.

Di fronte all’amara realtà di una sempre più insopportabile dominazione dell’isola da parte di un sistema coloniale che ormai non sente più nemmeno il bisogno di indossare la sua maschera democratica, ci sono due possibili reazioni: diventare consapevoli e rimboccarsi le maniche o rifugiarsi nelle favole identitarie che soddisfano il nostro ego di sardi subalterni perché forse un pronipote della celebre mummia Ötzi era sardo o perché un fantino sardo ha nuovamente vinto il palio di Siena . Due notizie che ovviamente hanno letteralmente oscurato le precedenti e che hanno letteralmente colonizzato i social dei sardi e non è neppure detto che qualche “studioso” e/o politico identitario non deduca da questo che Ötzi fosse indipendentista e che il palio di Siena abbia origini sarde.

Sul rimboccarsi le maniche invece potremmo metterla nei termini di una favola: c’era una volta una proposta politica indipendentista capace di costruire una sua narrazione, di radicarsi nella società sarda, di elaborare un suo programma, di creare un immaginario collettivo, culturale e sociale prima ancora che politico-istituzionale.

C’era una volta appunto, come Ötzi, il famoso uomo primitivo dell’età del rame restato intrappolato nel ghiaccio, come gli indipendentisti resteranno intrappolati nell’ennesima ammucchiata trainata dal peggior partito centralista della storia repubblicana: il PD. Ma questa è un’altra storia…


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de Ivan Monni

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Non ci sarà «nessuna riduzione della presenza militare in Sardegna».

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Sarà il raggruppamento di imprese costituito da Rcm Costruzioni, Fincosit, Società Italiana Dragaggi e Impresa Pellegrini

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 I due ospedali sono in parte chiusi e in parte implosi, con due comuni messi l’uno contro l’altro per l’accaparramento dell’ospedale unico, secondo i piani della politica di questi anni.

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Fortza Paris scarica Solinas e va col centrosinistra. Pronto il vertice con M5s e altre sigle

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Regione, nasce la coalizione centrosinistra-M5S: venti forze al tavolo

Pd, Progressisti, Alleanza Rossoverde e M5S […]
Coordina i lavori Paolo Maninchedda […]
Presenti alla riunione anche Sinistra Futura, Socialisti, Orizzonte comune, Più Europa, Italia in Comune, Forza Paris, Partito dei sardi, Centro democratico, Upc, Orizzonte a sinistra, Sardegna 2050, Liberu, A Innantis. Presente inoltre Azione («come invitati, non facciamo parte del tavolo»). Invitata anche Italia Viva.

Non ha partecipato la delegazione di Sardegna chiama Sardegna.

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Immagine di copertina: Elaborazione S’Indipendente su foto Cagliaripad.it e ilgiornale.it

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