Poteri, Contropoteri e Resistenze Popolari – S’Imprenta, rassegna stampa dalla colonia

de Ivan Monni

Il cambio di governo sardo ha fatto emergere un naturale cambio di potentati. I poteri si stanno riassestando, a partire dagli immobiliaristi, che impongono l’agenda politica. È meglio costruire nuovi ospedali invece che investire sui medici. Decidono se privatizzare gli aeroporti non per questioni strategiche sui trasporti, ma per costruirci attorno centri commerciali e per altri affari.
La privatizzazione dell’aeroporto di Elmas a favore della F2i, che possiede anche Alghero e Olbia, e nel cui cda siede ancora Antonello Cabras (che è scomparso dalla scena politica ufficiale) è fortemente voluta da De Pascale e dal centrosinistra, e osteggiata dal centrodestra e da Zuncheddu

Maninchedda scrive dal suo blog: “Maurizio De Pascale, presidente della Confindustria sarda, Presidente della Camera di Commercio di Cagliari, solidissimo immobiliarista dell’area cagliaritana, partner privilegiato di grandi gruppi italiani (in testa a tutti Terna), editore insieme ad altri della Nuova Sardegna, titolare delle aree ex Fas, vicine all’aeroporto di Elmas, nel quale immagina di realizzare un grande centro commerciale collegato con l’aeroporto.”

La privatizzazione dell’aeroporto di Elmas nasconde una lotta tra immobiliaristi.
Il proprietario dell’Unione Sarda, Zuncheddu scrive un editoriale sul suo giornale (Sui cieli dell’Isola no al monopolio di gruppi di potere) con cui si scaglia contro la privatizzazione, mandando un avvertimento a Todde, che si è schierata favorevolmente. Il giorno dopo arriva l’ok del Garante per la concorrenza che non avvierà alcuna indagine, ma l’Unione nasconde in modo imbarazzante la notizia, per lasciare spazio a pareri di imprenditori in linea con Zuncheddu (Mazzella, Bertolotti, presidente Confcommercio). Difficile invidiare la posizione del direttore Emanuele Dessì.
Per quanto nel merito abbia ragione Zuncheddu. È la concorrenza a garantire l’efficienza, non il privato in sé, che oltretutto non è garanzia di interesse pubblico. Il monopolio privato non garantisce efficienza.

Il potere non esiste, esistono i poteri, al plurale: mediatici, economici, finanziari, militari, sindacali, confindustriali, religiosi, ecc, e spesso si scontrano tra loro.

Quello in mano al popolo si esaurisce nel giorno elettorale, ma la tendenza in Sardegna è quella di voler bloccare le minoranze non allineate, con una legge elettorale oscena e antidemocratica.
Il diritto al voto è frutto di decenni di battaglie che l’hanno sottratto alle limitazioni del censo e del genere. In Sardegna, il voto di una coalizione che raccogliesse il 9,99% verrebbe cestinato, data la soglia di sbarramento al 10%. Ieri, 5 aprile, Antonello Licheri ha presentato il suo libro, Elettori Silenziati, Democrazia a rischio.

Oggi, con questi tassi di astensione, la democrazia è svuotata del suo significato, le alternative sbarrate, per cui la partecipazione trova sbocco nell’impegno diretto nelle lotte civili.

Giovedì 4 aprile c’è stato l’incontro dei nodi territoriali di A Foras di Cagliari, Nuoro e nord Sardegna.

La consapevolezza della lotta contro la speculazione eolica, non presente nelle regioni del sud Italia che stanno subendo analogo assalto, è figlia di decenni di denunce contro le basi militari, contro la petrolchimica, contro la cancellazione della lingua, e del referendum del 2011 contro il nucleare in Sardegna (stravinto con il 97%).
Istanze prodotte dal mondo indipendentista, che hanno trovato terreno fertile e hanno germogliato in altri ambienti.

Il sindaco di Villanovaforru, Maurizio Onnis, annuncia che un progetto eolico è stato bloccato.

Mauro Pili denuncia sull’Unione un gigantesco impianto alle pendici del Marganai.

Sono nati alcuni nuovi comitati contro la speculazione.
Nel nord Sardegna sono nati i Comitati Gallura e Nurra (S’Indipendente ne ha dato notizia qualche giorno fa) che promettono battaglia. 
Nel sud Sardegna il Comitato No Tyrrhenian link di Selargius si duplica, per gemmazione nasce quello di Quartu S.E., comune dove attraccherà il TL. Anche in altri comuni si stanno organizzando nuovi comitati, e ve ne daremo conto.


Dopo la nascita del Comitato No Tyrrhenian Link di Quartu, il battesimo: il 4 aprile il Comitato si è presentato nel consiglio comunale della città governata da Graziano Milia durante la presentazione del piano di utilizzo dei litorali di Quartu.

Il Comitato ha posto con forza alcune questioni all’amministrazione locale, che non ha informato i residenti di Terramala (circa 120 famiglie) sull’opera, preannunciata solo da una nave che ha iniziato ad operare giorno e notte, che ora pretende il divieto di balneazione per un altro mese
Dal minuto 1’06”, l’intervento del Comitato No Tyrrhenian Link, di Maria Paola Murgia e di Rita Corda, e de “Is Pipius no si tocant” (Stefano e Alberto) che hanno posto la questione con forza, con il sostegno del pubblico, a rafforzare la presa sull’amministrazione, che invano ha tentato di evitare la discussione.

I ragazzi e le ragazze della campagna selargina, che vivono o lavorano nell’agro, hanno aperto da mesi sa Barracca de su Padru, un punto di resistenza situato su un terreno soggetto ad esproprio, per incontri aperti e scambi di idee sulle forme di lotta. Ogni sabato alle 17 è previsto un incontro aperto a tutti.

Il Comitato Nuraxino lancia una nuova manifestazione con i trattori, in difesa delle attività produttive di agricoltori e pastori. Il comitato sulcitano sta realizzando una seconda Barracca.

Il Coordinamento dei Comitati nella stessa giornata di domenica si riunisce per preparare il confronto con l’amministrazione regionale, perché non di sola protesta si vive, ma occorre prevedere anche una seria controproposta.

I Comitati riuniti, data la rapida diffusione capillare, hanno il potenziale di farsi movimento anticoloniale di opinione e di lotta, estraneo dal momento elettorale, per stare con il fiato sul collo del potere e per far valere le istanze dell’autodeterminazione dei territori. Presenziare i consigli comunali, controllare e influenzare le decisioni politiche, promuovere assemblee pubbliche ed eventi culturali, convergere le energie verso la RAS, coinvolgendo la popolazione.

Scrive Focus che la Sardegna ospiterà una parte importante delle batterie BESS dello stato italiano: “In particolare, circa la metà degli impianti sarà localizzata in Sardegna, cui è stata assegnata una capacità di accumulo in grado di garantire, con fonti rinnovabili, la gestione in sicurezza della rete elettrica anche dopo la dismissione degli impianti termoelettrici e con l’entrata in servizio del Tyrrhenian Link, il nuovo cavo elettrico sottomarino che la collegherà alla Sicilia e alla penisola italiana.”

La transizione ha necessità di terre rare, per cui sull’Unione Sarda, un articolo di Mauro Pili intitola: Terre rare, la Sardegna si candida a “Eldorado” d’Italia. Urso: «Riapriamo le miniere».
A metà aprile si attende il decreto del ministro per iniziare lo sfruttamento delle miniere.

Sardegna, colonia e terra di predazione. Un tempo ci conquistavano con le guerre per mettere mano alle risorse. Oggi ci sembra naturale che tranquillamente decida un ministro italico, con la compiacenza di qualche politico nostrano a cui è stata promessa carriera e qualche prebenda clientelare.
Come per il nero autarchico carbone, derubato per rifornire l’Italia intera.
Come per le miniere di Arbus, che ancora inquinano le acque di Piscinas.

Ci sembra normale perché abbiamo perso la soggettività sarda, in quanto diversa da quella italiana.
L’Italia repubblicana, ancora più di quella fascista, è riuscita dove non sono riusciti, ad esempio, gli spagnoli: l’annientamento della lingua sarda. Lo spagnolo era utilizzato per gli atti ufficiali, non era imposto al popolo, ovviamente.

Al tempo della Spagna, la Sardegna era Regno, cioè uno stato con le sue prerogative e con la sua capitale. L’impero spagnolo assomigliava più ad una “confederazione”, anche se probabilmente il termine non è appropriato per quel tempo. L’Italia ha concesso un blando decentramento amministrativo, ma nello statuto manca la sovranità del popolo sardo (elemento fondamentale perfino per l’italianissimo Emilio “Lusso”, che così si firmava da giovane, per apparire più italiano).

Non è una sola questione di poteri, ma di riconoscimento dell’esistenza di un soggetto giuridico dominato, diverso dal dominatore. L’Italia ha cercato in tutti i modi di farci scomparire in quanto sardi, per “fare gli italiani“. 

Una volta completata l’assimilazione culturale, è naturale che le risorse sarde siano legittimo patrimonio a disposizione dello stato italiano.
Ma tutto questo non è normale.

P.s. il 4 aprile era l’anniversario del posizionamento della statua di Carlo Felice. Doveva indicare la via Turritana (SS 131) ma per errore era stata posizionata al contrario. Dunque, il suo braccio ci ha indicato per secoli la via sbagliata. 
Per chi vuole capire la metafora.
P.p.s. Assemblea Natzionale Sarda sta organizzando diversi eventi, a Cagliari e a Sassari, per Sa Die de sa Sardigna, con l’obiettivo di creare festa attorno ad un avvenimento importantissimo per la riscoperta della storia sarda. Ci serve (S’Indipendente fa parte di ANS) anche il tuo contributo per il crowdfunding.

Imàgine de sa chida

Clicca per vedere il video di Giovanni Storti ❤️


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Alessandra Zedda è la candidata sindaco del centrodestra a Cagliari. 

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Celebriamo insieme Sa Die de sa Sardigna: partecipa alla raccolta fondi
Scoperti a Cagliari i resti di un insediamento neolitico. 
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Vàrias

Una delegazione di Sardigna Natzione Indipendentzia accompagnerà, a Catania,  la delegata Franca Frigau che per la Sardegna insieme ai delegati;  Aimar Etxeberria korta – EH Bildu per Euskadi, Petru Antone Tomasi – Nazione per la Corsica, Jaume Forés Llasat – Esquerra Republicana de Catalunya e  Saverio Di Bella – Associazione Zaleuco per la Sicilia, porterà la posizione degli indipendentisti sardi in merito al tema “L’indipendentismo nell’Europa del XXI secolo

Indipendentisti di Sardigna Natzione ai vespri siciliani con baschi, catalani e corsi
Report Sardegna 24

Immagine copertina: santeodoro.com

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