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Scontro tra Titanik – S’Imprenta

S’Imprenta – Rassegna stampa dalla colonia

Tutti i sabato mattina su S’Indipendente

Meloni convoca Todde a Roma per discutere sulla legge aree idonee, dopo che la Regione ha sollevato il conflitto di attribuzioni con lo Stato davanti alla corte costituzionale, in seguito all’approvazione di tre impianti agrivoltaici, ignorando la legge regionale.

Todde si era detta “orgogliosa” di aver provocato lo scontro con lo stato («Credo sia stato importante aver alzato la testa» e «che le nostre norme hanno un rango costituzionale- è una cosa intollerabile. Si vuole far capire che i sardi sono cittadini di “Serie B”, e noi non ci stiamo»).

Lo scontro con lo stato sarebbe una buona cosa, in realtà porta a casa un patto per il metano, inserito nel dcpm. Tramonta la dorsale, ma rimedia una dorsalina, il metano, causa altezza dei fondali, sbarcherà ad Oristano e da lì arriverà a Portovesme.
Niente di nuovo, era il progetto di Todde fin dal governo Draghi.

Riporto dall’articolo di Alessandra Carta (Unione Sarda): “Dalla Filctem Cgil, il segretario Francesco Garau sottolinea: «La nostra preoccupazione riguarda il Nord Sardegna. Il Dpcm, al momento, non dà garanzie sul fatto che Terna avvii la cosiddetta asta di capacità, necessaria a convertire la centrale di Fiume Santo». E qui poggia la quarta novità del decreto. A Porto Torres è sì previsto il secondo Fsru (ndr, unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione), ma solo a patto che si proceda con la transizione energetica. Ciò che implica un preciso percorso autorizzativo. «Solleciteremo chiarimenti alla Regione. Anche perché sullo sfruttamento dell’idrogeno noi riteniamo che si debba partire dai tre poli industriali di Cagliari, Sulcis e Porto Torres. È certamente positiva la mini dorsale verso il Sud dell’Isola».

Daranno il metano anche al nord Sardegna, purché acceleri la “transizione” energetica. In pratica una soluzione doppiamente favorevole al governo. Ma perché questo gioco delle tre carte?

Il governo rimanda lo stop alla chiusura delle centrali a carbone, ma solo dopo che viene proposto da Claudio Descalzi, amministratore delegato Eni “in una situazione di alti costi o di scarsa disponibilità di energia” sarebbe da riconsiderare. […] I data center stanno funzionando dove ci sono bassi costi, questo te lo consente solo il nucleare, il gas e il carbone. Non possiamo fare grandi salti in Intelligenza artificiale e non pensare a quello che serve per alimentarla”.
Immediatamente la politica si adegua, per cui qualche giorno dopo secondo Pichetto-Fratin, l’Italia potrebbe «tenere in stand-by le centrali a carbone senza produzione».

Contro-ordine dunque, massimizzare le rinnovabili, massimizzare il metano, massimizzare il carbone. Niente “transizione”, ma solo un’aggiunta per i data center, cioè la tesi che raccontano i comitati da almeno 3 anni.

C’è da chiedersi in che modo la politica effettui le scelte, anni di protesta dei comitati vengono ignorate, basta una parola di un dirigente industriale per far scattare sull’attenti i rappresentanti del popolo sovrano.

Da una parte, nel retrobottega della sinistra sarda, c’è un coacervo di poteri economici (gli impianti approvati dal governo sono riconducibili a F2i) finanziari, mediatici, che comanda fregandosene della finta alternanza dei colori politici. 

Dall’altra, il governo della destra meloniana, attacca la legge 20 perché non ritiene sufficienti le aree idonee, vuole ancora più produzione energetica, installare eolico anche nelle aree non idonee. 
Lo scontro Meloni-Todde è una finta, e il patto sul metano lo dimostra, non ci sono errori, ma piani ben riusciti.

La destra italica ha aggiunto l’aggravante del decreto sicurezza, per cui da ora in poi non saranno più fogli di via, per chi blocca i mezzi di trasporto con le pale, pur protestando pacificamente (ribattezzata “norma anti-Gandhi”). Mattarella ha firmato colpevolmente un decreto liberticida, è una brutta pagina nella storia italiana che va ad aggiungersi a tante altre pagine nere. 

Per capire le scelte della politica occorre leggere i piani delle grosse aziende, ed ecco che nel piano Terna, esplicita, nero su bianco che:

“Analizzando i corrispondenti flussi interzonali per il 2030 (cf. Figura 32), si osserva un aumento dei transiti da Sud verso Nord nello scenario PNIEC Policy, rispetto al PNIEC Slow, coerente con il maggiore contributo della generazione FER localizzata proprio nelle aree meridionali del Paese. L’effetto analogo è visibile per gli scambi delle due isole maggiori verso l’Italia continentale.

Ecco l’immagine, qui il documento degli scenari di Terna, andate a pagina 65.

Dalla Sicilia arrivano in Sardegna 0.9 TB, ma escono 2.5 TB.
Giova ricordare che Graziano Milia diede dei pinocchi ai comitati No Tyrrhenian Link e dichiarò: «Nella prima fase porterà energia alla Sardegna, noi siamo i più grandi inquinatori del Mediterraneo perché la produciamo con il carbone e il cavo serve per importare, al contrario di quello che si sta dicendo in giro: sul Tyrrhenian link stanno girando delle voci da no vax».
Ecco che i dati Terna, nero su bianco, smentiscono clamorosamente il sindaco di Quartu sull’import dalla Sicilia.
Eppure, le bugie dette da costose giacche e cravatte, quelle politichesi, sono tollerate, per qualche strano meccanismo, mentre quelle dette senza cravatta vengono estromesse in un angolo mediatico della società e derubricate a terrapiattiste, novax, bufale.
Ricordiamo che Milia gestisce le relazioni esterne della Fondazione di Sardegna, (che controlla indirettamente Terna, attraverso Cassa depositi e prestiti Reti), quello che dice è organico alla sua funzione.

Per completezza di informazioni, dai cavi del nord Sardegna importiamo 0.4 TB, ed esportiamo 3.6 TB.
Tutto nero su bianco, ecco la famosa stabilizzazione dei cavi, vere e proprie mungitrici.

Ed ecco la produzione di energia da carbone, un dato che cercavo da parecchio, da un altro report Terna.

Come abbiamo sempre sostenuto da queste pagine, il valore della produzione di carbone (circa 4 TWh = 4.000 GWh) è molto simile alla quota esportata di energia, per cui stiamo subendo l’inquinamento e abbiamo record di CO2 per fornire energia all’Italia. Nel 2023 abbiamo prodotto 12.500 GWh e consumato circa 7.600 GWh, per cui abbiamo un eccesso produttivo di 4900 GWh. Chiudendo le centrali avremmo ancora un export di 900 GWh / anno.
Da “inquinatori d’Italia”, ad “inquinati dall’Italia”. Nietzsche diceva che non esistono fatti, ma solo interpretazioni, dunque punti di vista, ma nel caso di Milia esistono punti di svista.

Sopra il Titanik ci siamo noi, la Sardegna è in mezzo a questa lotta tra poteri, tra gruppi che hanno clientele ben lubrificate, sistemi di comando (che eleggono i cittadini) che reprimono e sistemi scolastici e mediatici che creano perfetti cittadini italiani, ordinati e non pensanti. 

È da dicembre 2024 che su questo spazio segnaliamo che la lotta dei comitati sembra avere esaurito la sua propulsione, perché la via legale è chiusa con la legge 20 e il presidio s’arrebellia de is olias sgomberato. Ecco che la leva giudiziaria ha assunto uno spazio nuovo.
Perché è l’unico rimasto, nell’immediato. 

La strategia urbanistica ideata da Pili, da qualche settimana sembra essere stata, dall’Unione Sarda, rimpiazzata da quella del comitato insularità in costituzione, che ad un certo punto del 2024, con la proposta Ppr delle zone interne, sembrava dovesse prevalere sulla questione urbanistica. 

Prevalse la linea di Pili, ma ora, l’Unione Sarda, ha resuscitato la proposta Ppr («Il Ppr è l’arma contro la speculazione nell’Isola»), spinta dall’attivismo sul piano giudiziario del comitato insularità, secondo cui «L’esposto produce risultati ma ormai danni irreversibili».

Comitati, movimenti, associazioni, sono in fase di stanca, è mancata la messa in discussione delle cause di questa transizione: vanno ridiscussi i rapporti con lo stato italiano, va messo in discussione lo statuto sardo, se non prendiamo pieno possesso del nostro territorio e della nostra cultura non avremmo possibilità di riscatto, e da questa fase politica non avremmo imparato nulla. La messa in discussione dei rapporti con l’Italia, un processo molto elaborato e lungo, ma necessario, è lo sbocco naturale della lotta.

Insomma, serve un nuovo scommiato, rinnovando il “nara cìxiri” in una nuova consapevolezza che individui a fondo la natura dei rapporti con l’Italia: coloniali.

Al porto di Olbia sono presenti le pale, pronte a partire, ma non si sa quando.

Immagine da chat dei comitati

Uta, nella giornata del “Green Energy” niente tour tra pale eoliche e pannelli fotovoltaici.
Il Comitato di Uta sventa con un contro-evento l’ennesima propaganda coloniale organizzata questa volta da Tages Capital SGR, il secondo operatore fotovoltaico in Italia per asset gestiti.
Ma non c’è da rilassarsi, dopo gli alberi tagliati emerge un altro preoccupante fatto: “La sparizione dal Ppr del canale Franciscu Pala”.

Dal piano paesaggistico regionale scompare, il rio che “attraversa delle terre nelle quali risultano presentati dei progetti fotovoltaici di cui uno già approvato da qualche anno, il secondo ricade dove gli alberi sono stati sradicati”.

Carbonia: operai del fotovoltaico Peridot Tecnimont senza stipendio da due mesi

Dopo la denuncia per caporalato del comitato di Gallura, ecco che anche in altri impianti si ripete il dramma.
30 operai impiegati nella costruzione di impianti fotovoltaici da oltre due mesi non ricevono lo stipendio.

Osilo dice NO alle Terre Rare

(Videolina)
Dietro l’azienda Valmisa srl c’è la Sardinia Gold Mining, quella dell’oro di Furtei (da leggersi come condizionale di furto). Mollarono tutto e lasciarono fanghi rossi, la classe politica sard-italiana ripercorre gli stessi errori e non impara dal passato. Ne ha scritto Ninni Tedesco Calvi per S’Indipendente.

Varata la Finanziaria da dieci miliardi

Ormai al quarto mese di esercizio provvisorio, viene approvata la finanziaria sarda. La sanità vale anche quest’anno circa il 40% del totale.

30 milioni per la fusione degli aeroporti. L’assessora Manca: “Servono per dare un ruolo attivo alla Regione”.
Ricordiamo che dietro la fusione degli aeroporti c’è F2i.

Sa Cida de sa Sardigna

Sa Die de sa Sardigna: la rivoluzione che torna a parlare al presente
Storia, arte e identità si fondono per la rassegna culturale che è un invito alla memoria viva del popolo sardo. Iniziano le iniziative per Sa Die, a trainare Assemblea Natzionale Sarda, ma non solo. 

Ecco alcuni eventi in programma per Sa Die de sa Sardigna, quest’anno sono iniziati dal 18 aprile.
Programma di ANS a Cagliari
Programma di ANS a Sassari
Programma Sa Domo de Totus e Teatro S’Arza a Sassari

La studiosa Adriana Valenti Sabouret è in tournee in Sardegna, per spiegare le sue scoperte sugli eroi della sarda rivoluzione che si ritrovarono in esilio a Parigi per tessere la tela della diplomazia e coinvolgere Napoleone.

Iniziano i lavori di restauro all’arco di Palabanda: operai in campo per salvare uno storico simbolo di Cagliari, la richiesta era provenuta da ANS

Sa Cida in 1 Minutu

Einstein Telescope, incontro in Regione con i sindacati per illustrare il progetto e l’impatto socio-economico sul territorio

Energia. Nella diga del Liscia una minicentrale per la produzione di energia idroelettrica

Trasporti. Il Ceo di Aeroitalia risponde alla Regione: «Critiche senza fondamento, è propaganda politica»

Trasporti. Traghetti manomessi, Onorato sospende gli indagati: tutte le novità

Trasporti. Autorità portuale della Sardegna, la scalata dei “continentali”.
Il dopo Deiana all’Autorità portuale: «Il prossimo presidente deve essere sardo»

Sanità. La terapia intensiva per trapiantati del Brotzu sacrificata per la pediatria

Sanità. «Pagati meno dei commessi»: la protesta di 300 farmacisti nell’isola

Mafia in Sardegna, segnaliamo questa intervista di Sassari Today al procuratore

Mesina. Luca Locci rapito a 7 anni: «A Mesina tributi imbarazzanti, chiesi anch’io ai banditi di farmi tornare a casa». Una buona posizione giornalistica tra i mari di retorica. Resta comunque il fatto che era gravemente malato e dovevano riportarlo a casa da vivo.

Politica. Tremano migliaia di consiglieri in Sardegna: prima sentenza in Italia che condanna Magi a rimborsare oltre 200 mila euro a Sardegnait

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Calcio. Natzionale Sarda, Emerson è il nuovo Direttore tecnico della selezione Under 16

Le pericolosissssime inchieste de la Nuova Sardegna. Fondazione di Sardegna, approvato il bilancio sull’esercizio 2024. L’attivo patrimoniale è pari a 1.167 milioni di euro, in crescita del 4,47% rispetto al 2023, e i proventi finanziari netti ammontano a circa 86,3 milioni.
Ricordiamo che Fondazione è socia de La Nuova Sardegna.

Giacomo Spissu, presidente della Fondazione di Sardegna

Immagine di copertina: Unione Sarda

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