“Sardinia Peace Island” (e l’Italia umilia la Sardegna) – S’Imprenta

S’Imprenta – Rassegna stampa dalla colonia
Tutti i sabato mattina su S’Indipendente
“La pace non è un sogno, è una scelta. E noi, come Regione, scegliamo di essere parte attiva di questa scelta”.
Alessandra Todde
Leggiamo la settimana con una notizia apparentemente di secondo piano, ma che ci fornisce uno schema interpretativo, l’intervista a Farinetti, ospite in Sardegna a Guasila al Festival dell’Altrove, passando oltre le solite frasi fatte (“mi sento un po’ sardo”, “sardi silenti”, ecc.) che fanno impermalosire spesso noi sardi. Andiamo al cuore della questione e delle contraddizioni.
Il marchio sardo, “Se non lo racconti, non esiste“.
Ecco, alla Sardegna manca un po’ di narrazione, dice Farinetti. Tutto vero, tutto giusto.
La narrazione di un brand è una questione fondamentale ma delicata da gestire.
Tuttavia per noi sardi la questione narrativa diventa ancora una volta di identità bipolare.
Se i prosciutti sardi sono italiani, siamo già inseriti nella narrazione italiana, perché non riusciamo a venderli?
Perché non esiste il “made in Sardinia”?
L’apparente contraddizione è dovuta al fatto che la Sardegna non si avvantaggia del made in Italy, dal momento che se cercano “italian cheese” su google troveranno “parmisan“, se cercano “italian ham” trovano i prosciutti di Parma, se cercano “holiday Italy“, intendono Florence, Venice, Rome.
Dunque, la narrazione da costruire è da farsi sul “made in Sardinia”.
Certo, non tutti sanno dov’è la Sardegna, qualcuno ci confonde con la Sicilia (“ah, Sardinia, mafia”) ma perlomeno i dieci milioni di turisti che ogni anno vengono (immagino non siano sempre gli stessi) potrebbero essere un ottimo punto di partenza.
Rafforzare, o meglio, costruire il brand in chiave commerciale comporta dei rischi semplificativi narrativi, e anche qui c’è un altro rischio bipolare: “l’isola selvaggia e incontaminata” che ritrovi nei gusti forti e genuini, o nei panorami mozzafiato? È ancora credibile, dal momento in cui vaste zone sono inquinate?
Le due narrazioni sono vere entrambe, per cui occorre parlare di aree compromesse e di aree in cui la bellezza resiste, almeno fino a quando non riempiranno di pale eoliche e di fotovoltaico ogni chilometro quadrato dell’isola.
Per poter essere credibile deve essere comunque percepita come vera, altro che “sardinian peace island”, l’isola è un hub della guerra.
Il Ministero snobba (ancora) e umilia la Regione: approvate decine di ettari di fotovoltaico nell’Oristanese

“Valgono le regole del decreto Draghi“.
Dunque quello che è venuto dopo, decreto Pichetto Fratin e legge regionale 20, non conta nulla, per il governo.
È una dichiarazione centralista, l’autonomia concessa dall’Italia nel dopoguerra è un guinzaglio che si accorcia e si allunga a seconda della convenienza romana.
Chi è legato a quel guinzaglio, gli autonomisti vari, ancora credono che occorra imparare ad usare lo statuto.
L’ex sindaco di Nurallao, Salvatore Manca, all’interno dei comitati, da tempo propone la sua contro difesa, proprio utilizzando l’art.5 della legge delega 53 Draghi del 2021 (“Principi e criteri direttivi per l’attuazione della direttiva (UE) 2018/2001, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili”) in cui si privilegiavano l’autoconsumo i tetti e le superfici che non consumavano terreno.
Da questa legge discendono tutte le altre, dunque, se dobbiamo andare alla radice si parta dall’articolo 5 della legge Draghi 2021.
Dalla regione portano avanti una modifica che metta una pezza alla legge 20 (Cani “Evitiamo interpretazioni restrittive”), provando a correggere la legge “aree idonee”. Secondo Qualenergia stiamo scrivendo una nuova moratoria, secondo Sardegna Notizie 24, apre al fotovoltaico sui tetti.
Il governo sardo, testardo e perdente, preferisce far umiliare la Sardegna dall’Italia invece che proporre la Pratobello24.
Impugnare la Pratobello24 significherebbe per il governo italiano mettersi contro 210.000 sardi, inclusi parecchi suoi elettori. L’affronto non sarebbe più al governo sardo di centro sinistra, ma al popolo intero. Invece è Todde a mettersi contro i sardi.
Nascite ancora in calo in Italia, Sardegna maglia nera
Nel periodo gennaio-luglio del 2025 le nascite sono state circa 13mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Le regioni che hanno registrato il calo più intenso, secondo l’Istat, sono l’Abruzzo (-10,2%) e la Sardegna (-10,1%), l’indicatore si attesta a 0,86, nel 2024 era a 0,91.
Sa Cida in 1 Minutu
Speculazione e Ambiente
Un comunicato di Sardegna NoNucle.
“La Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale –VIA e VAS ha concluso i lavori e con un documento di 156 pagine del 4 agosto 2025, ben nascosto nelle pieghe del procedimento, e da noi del comitadu nonucle scoperto qualche giorno fa abbiamo preso atto che la minaccia radioattiva incombe ancora sulla Sardegna e che la conferma dei criteri di scelta del sito a cui imporre il Deposito Unico Scorie Radioattive, come conferma una disamina fatta dal comitadu tramite sistemi di Intelligenza Artificiale, non solo non escludono i siti sardi ma li dispongono nei primi posti della graduatoria di idoneità che il Ministero dell’Ambiente in concerto con l’Isin e Sogin stileranno entro qualche mese.”
Continua sulla pagina…
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