Elezioni, alleanze, comunità. Intervista a Maurizio Onnis

Maurizio Onnis, alle ultime elezioni amministrative, è stato riconfermato sindaco di Villanovaforru. È anche presidente della Corona de Logu, assemblea che raggruppa tutti gli amministratori indipendentisti della Sardegna.
Lo abbiamo intervistato per capire dove sta andando la Corona de Logu e in generale dove sta andando la politica indipendentista tra discussioni, alleanze e rapporti internazionali.

1. Recentemente molti comuni della Sardegna sono stati interessati dalle elezioni amministrative. La Corona de Logu ha lanciato una campagna di adesione per avvicinare gli amministratori indipendenti. A che punto siete?

Il 21 novembre abbiamo l’annuale Assemblea elettiva. Come sempre, in prossimità dell’Assemblea rinnoviamo le tessere e invitiamo ad entrare nell’organizzazione gli amministratori e le amministratrici neo eletti. La nostra speranza è, ovviamente, che resti in Corona de Logu chi è già socio e che molti si aggiungano a noi. C’è tanto da fare per dare alla nostra terra una nuova visione, una nuova politica, una nuova crescita, e la Corona de Logu è la casa in cui maturare, tutti assieme, questa realtà. Le comunità del territorio, se stimolate nel modo giusto, non deludono.

2. La Corona de Logu ha organizzato l’incontro con il presidente catalano Carles Puigdemont, che ha avuto ancora più risalto “grazie” al suo clamoroso arresto all’arrivo all’aeroporto di Alghero. Cosa lascia questa esperienza?

Intanto rafforza il già saldo rapporto della Corona de Logu con l’indipendentismo catalano, coltivato nel corso degli anni e che ha vissuto, con la visita di Puigdemont, una nuova tappa. Preziosi, in questa occasione, sono stati anche la conoscenza dell’intero suo staff e i contatti con l’AMI, l’associazione dei municipi indipendentisti catalani. Per il resto, l’incontro del 26 settembre ha offerto agli indipendentisti sardi l’occasione di ritrovarsi e dialogare, senza guardare alla differenza di sigle e appartenenze. In generale, il confronto con personalità così spiccate come quella di Puigdemont, qualsiasi cosa si pensi del suo percorso politico e personale, dà sempre lo spunto per ripartire, per nuove idee e nuovi progetti. Non è mai tempo sprecato.

3. La Corona de Logu ha incontrato una base di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. Esistono punti di contatto tra l’esperienza zapatista e la lotta per l’autodeterminazione del popolo sardo?

In queste settimane, un folto gruppo di zapatisti gira l’Europa per diffondere la conoscenza delle vicende messicane. La Corona de Logu ha incontrato una parte di questo gruppo: sei donne, che ci hanno raccontato il movimento, il loro popolo e attraverso quali vicissitudini è passato, in una versione certamente lontana dalla storia ufficiale o dei circoli di potere di quel Paese. Questo già un punto di contatto: anche noi sentiamo l’esigenza di raccontare una nuova e “vera” storia dei sardi e della Sardegna, non quella che ci hanno cucito addosso. A noi interessava però molto sapere anche come gli zapatisti intendono e come praticano il comunitarismo e su questo abbiamo fatto parecchie domande. È un secondo punto di contatto: il tentativo, che pure la Corona de Logu percorre, di costruire un governo imperniato sui piccoli paesi e sui loro abitanti, con scelte maturate dal basso e non imposte dall’alto. Di sicuro su questa strada abbiamo molto da fare.

4.
 A metà mandato il presidente dell’ANCI Sardegna, Emiliano Deianarilancia la convergenza tra PD e indipendentismo in salsa neo-autonomista e addirittura autodeterminazionista. Che ne pensi?

Considero meritorio ogni tentativo di insufflare nella politica istituzionale sarda, così come nella società sarda, i termini e le priorità che stanno a cuore agli indipendentisti. Quando uno di tali tentativi ha successo, cresce l’intero nostro movimento. Altra cosa è la faccenda elettorale. Io credo, e qui esprimo un parere strettamente personale, che le alleanze in politica si basino prima di tutto sui rapporti di forza. Oggi, l’indipendentismo non ne ha abbastanza per imporre al centrosinistra o al centrodestra il proprio ordine del giorno. In altre parole, qualsiasi alleanza ci vedrebbe come soci di estrema minoranza e sarebbe davvero difficile portare a casa dei risultati. L’indipendentismo ha assoluto bisogno di entrare in Consiglio regionale e partecipare al governo della RAS, ma la porta dobbiamo aprircela da soli, persino a dispetto della legge elettorale sarda, un Moloch creato apposta per tagliare fuori le terze e quarte forze. Cresciamo, senza paura. Questo è il nostro primo compito.

Foto de presentada:  Hannah Busing – Unsplash

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