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Il successo della Manifestazione e la politica “Ponzio Pilato” messa alle strette

Lo stato italiano e il popolo sardo

Il ministero ha approvato il Tyrrhenian Link. 
La notizia sta circolando confezionata dai media in maniera sciovinista, associando subliminalmente tricolore (=interesse statale) e Vittorio Emanuele (=ha unito nord e sud). 
Ecco un esempio:

Un atto coloniale fatto passare stucchevolmente per unitario.
Il tricolore usato come fumo negli occhi per confondere e manipolare la realtà, specchietto per “allocchi”. 
Terna l’ha detto chiaramente: “una rete che consenta di prelevarla dove viene prodotta e di portarla dove viene consumata, sostanzialmente quindi da Sud verso Nord, dove si concentra la maggior parte dei consumi civili e industriali“.
Ecco il collegamento tra nord e sud!

Un saccheggio in piena regola, con un piccolo difetto, che gli economisti chiamano “esternalità negative”: a loro i profitti, a noi il disastro ambientale.
È l’essenza del colonialismo. 

Con la violenza coloniale che caratterizza le scelte storiche italiane sul territorio sardo (basi militari, industria petrolchimica, imposizione della lingua italiana e cancellazione di quella sarda) ha imposto la sua decisione, nonostante la popolazione si stia ribellando

Mai come in questa fase, da parecchi decenni, esiste uno scollamento tra lo stato italiano e la popolazione sarda

Le due parti si trovano in perfetta linea di collisione: cibo che alimenterà l’idea anticoloniale e che sarà sotto gli occhi di tutti per parecchio tempo. 

Draghi prima e Meloni poi (quindi TUTTI i partiti italiani, nessuno escluso) hanno sostenuto l’ennesimo sacco dei sardi (e dei siciliani e dei meridionali). 

I partiti dei due poli italiani si preparano alle elezioni regionali del 2024, spartendosi le poltrone, con candidati come figurine da scambiare, incuranti di quello che accade ai piani bassi, forse contando sull’astensione di massa

La lotta è dei territori che vogliono esprimere democraticamente la volontà di autogovernarsi e di decidere del proprio futuro. 

I partiti italiani in Sardegna e il popolo sardo

In mezzo, i politici di Sardegna, che stanno dentro i partiti italiani, funzionali agli interessi dei capi-bastone, cui reggono il sacco. Solinas ha avallato. PD e cinque stelle sardi sono in silenzio assenso: in questo caso chi tace acconsente.
Siamo soli in questa battaglia.
Alcune interrogazioni sono state presentate, ma non hanno la forza necessaria in questo frangente; Soru si è, tardivamente e opportunisticamente, accostato alla battaglia, dunque una cosa è certa: non sarà lui il candidato del centro-sinistra.

Tutti i partiti indipendentisti o per l’autodeterminazione sarda sono schierati contro la speculazione funzionale agli interessi esterni. 

I rapporti di forza sono enormemente squilibrati ma a vacillare è l’idea di stato italiano amico dei sardi e del sud: cibo per l’idea anticoloniale. 

I Comitati riuniti hanno manifestato e marciato di fronte al palazzo di via Roma, per la richiesta di moratoria, contro i vassalli della politica italiana. 

Il giorno prima il governo sardo “Ponzio Pilato” aveva inoltrato al governo italiano la richiesta di moratoria. La pavidità succube e la mancanza di iniziativa dei politici sardi, dentro i partiti italiani, è chiaramente dovuta all’estrema attenzione a non pestare piedi scomodi, in vista delle candidature alle regionali. L’alternativa è la perfetta malafede e gli interessi che stanno dietro ad un affare gigantesco come il Tyrrhenian Link, all’eolico e al PNRR.

Con forza, è stato imposto l’ascolto ed è stata ricevuta dai rappresentanti politici (dopo alcune blande resistenze di Pais) una delegazione della riuscitissima manifestazione. La politica, messa alle strette, ha dichiarato di voler convocare le commissioni competenti per iniziare l’iter legislativo che dovrebbe portare all’approvazione della legge sulla moratoria entro il 26 settembre.
Da non credere, o meglio, come ha dichiarato Luigi Pisci, bisogna monitorare perché step-by-step, “la carretta non si fermi”. I Comitati devono mantenere il fiato sul collo ai politici per farla camminare nuovamente.

Altri comitati (ormai si è perso il conto di quanti sono in campo) sono nati, uno a Nuoro ed uno nel Sulcis e ne nasceranno altri.
Parecchi sindaci nel territorio si stanno opponendo (Unione Sarda: Assalto eolico, scatta la mobilitazione a Oristano: Sanna convoca gli 87 sindaci della provincia).
Selargius ha in preparazione il presidio delle terre dove sorgerà la stazione di Terna e si preannuncia una lunga resistenza, fino all’ultimo mattone. 

Da un comitato siciliano arriva al comitato selargino un messaggio di richiesta di collaborazione contro il Tyrrhenian Link.  

La massa critica per superare l’irrilevanza mediatica, nonostante gli sforzi della stampa coloniale, è stata abbondantemente raggiunta. 
Siamo soli, sì…  
Ma siamo in tanti. 


Immagine:

Cumpartzi • Condividi

2 commenti

  1. Mi trovate dalla vostra parte e concordo nel manifestare contro le imposizioni e il tradimento continuo da parte di una politica che pensa ai propri interessi a discapito della popolazione

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