Il terzo mandato (ovvero la possibilità dei governatori di candidarsi per la terza volta) non è passato in parlamento

de Lidia Fancello

Sospiro di sollievo di tanti, ma non è democrazia, tranquilli. È solo l’ennesimo atto di prepotenza di Giorgia all’interno del centro destra, che ha sbarrato la strada a Zaia della Lega e dunque a Salvini suo competitor alla guida della destra.

Dovrei essere l’ultima a difendere Salvini e infatti non lo difendo. Non posso fare a meno di pensare che questa notizia fa il paio con un altro atto di furbizia di questo governo: grazie a un emendamento di Fratelli d’Italia, per le elezioni europee nessuna minoranza politica potrà più farsi presentare il simbolo a Bruxelles da un europarlamentare collegato.

Sarà obbligatorio raccogliere le firme, per l’esattezza 75000.

Ovviamente, chi fa politica lo sa, raccogliere tante firme a meno di un mese dalla presentazione delle liste, è una missione impossibile.

Per cui, rimarranno fuori dalla competizione elettorale tutte le aree delle minoranze politiche, della sinistra, dell’autonomismo, dell’ambientalismo e perfino delle destre.

Quelli più informati raccontano che Giorgia ha voluto sbarrare la strada ad Alemanno (che aveva una lista già pronta) ma tant’è, a causa di questo “dispettuccio” tutto interno ai fratelli fascisti, la rappresentatività democratica in parlamento europeo subirà una battuta d’arresto.

Da notare inoltre che in punta di costituzione, cambiare le regole elettorali in corsa così a ridosso delle elezioni, è sconsigliato se non vietato. Il lavoro di molte persone, di tanti gruppi politici, di tanti movimenti, che in Europa troverebbero accoglienza, nel vero spirito europeista, subirà un colpo quasi mortale.

Il punto è che i media hanno completamente ignorato questo fatto, che invece è gravissimo perché è un duro colpo alla democrazia della Repubblica Italiana.

Né si sono levate voci di protesta da parte di quei partiti che affermano di essere democratici e progressisti, ma che, oramai è evidente, hanno solo brama di potere e forse questa legge fa comodo anche a loro.

Autonomie e Ambiente con EFA andrà avanti nel progetto politico di raccogliere sotto il proprio grande e generoso ombrello tutte quelle diversità politiche con le quali il minimo comune denominatore sarà in decentralismo, l’antipresidenzialismo e dunque le autodeterminazioni personali e delle comunità territoriali.

Noi andremo avanti, vincendo questo momento di smarrimento cercando di non perdere troppo tempo a leccarci le ferite, ma ripartendo esattamente da qui ed ora.


immagine: repubblica.it

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