Resoconto della manifestazione contro le servitù militari del 2 giugno

Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Marco Murgia, a proposito della manifestazione del 2 giugno chiamata da A Foras


de Marco Murgia

L’appuntamento è per le 16:00 del due giugno a Marina Piccola: giorno, orario e percorso sono stati scelti in modo tale da rendere il meno pesante possibile la “passeggiata contro le basi” che porterà il corteo fino alla piazza San Bartolomeo. 

Lentamente il porticciolo turistico di Cagliari si trasforma in qualcosa che forse è già stato qualche anno fa. Trascorrono i minuti e le facce che arrivano non sono le solite: dalle giovani coppiette con al seguito passeggini e marmocchi vari, alle anziane signore claudicanti, passando per una variegata gamma di adolescenti, giovani ed adulti si crea una folla variopinta che brandisce bandiere e sorregge cartelli.

Sì non c’è dubbio: Marina Piccola sta diventando il teatro di qualcosa che non conosce molto bene.  Nel mentre l’utenza affezionata al luogo, quasi non curante di questa metamorfosi, riempie la spiaggia adiacente godendo di un pallido sole. Giusto in qualche sguardo si intravedono stupore e timore: ma forse ciò è dovuto alla presenza di un nutrito schieramento di forze dell’ordine in assetto antisommossa (inconsueto per il luogo ma consueto per ciò che di lì a poco si svolgerà).  

C’è inevitabilmente una vasta gamma di colori fatti ondeggiare dal libeccio leggero. Tra quelli predominanti il nero, il rosso e il bianco che disegnano quattro mori di ogni grandezza e fattura. E le ormai celebri tenaglie rosse, segno distintivo del movimento A Foras, promotore e organizzatore della manifestazione.

Alla fine della giornata i ragazzi e le ragazze dell’organizzazione quantificheranno la partecipazione in 500-600 persone: quanta umiltà in questa dichiarazione che fa trapelare una fatica accumulata in più settimane di duro lavoro.
Altri scrivono 1000 partecipanti: altri azzardano anche numeri maggiori. In ogni caso sicuramente più di altre tante manifestazioni svoltesi a ridosso dei vari siti militari dislocati nel centro sud della Sardegna.  Sempre pochi, in ogni caso: ma questo è soggettivo.
Scrive uno per il quale erano troppo pochi anche i 10000 di Capo Frasca nel 2014.

Quando la folla sembra ormai completa iniziano i discorsi al microfono dei portavoce delle varie sigle che hanno aderito all’iniziativa. Dai partiti politici alle associazioni ognuno racconta il proprio punto di vista in merito al problema decennale dello sfruttamento delle servitù militari in terra Sarda
Grande lavoro anche questo da parte degli organizzatori: tentare di portare quante più organizzazioni e sigle (una quarantina circa) a sostenere una lotta che riguarda tutti: compresi i bagnanti di cui sopra.

E grande merito anche l’aver coinvolto diversi esponenti della scena Rap Sarda e Italiana (da Dr Drer e la CRC Posse a Bakis Beks a Willi Valanga a Futta) che durante e dopo il corteo si sono esibiti per dare un colore musicale al pomeriggio di “lotta”. Dove sono tutti gli altri artisti e le altre artiste dell’isola? Dov’erano quando gli scorsi anni  l’antisommossa manganellava i manifestanti e li soffocava con i lacrimogeni?  Forse dovrebbero farsi qualche domanda quando raccontano con orgoglio e fierezza il loro essere sardi (il minuscolo stavolta è d’uopo). 

Le stesse domande, ovviamente, dovrebbero farsele tutti i sardi e le sarde  che si indignano e si scandalizzano quando qualcuno gli mette davanti ciò che avviene “oltre le reti”: ma che ogni volta che si crea l’occasione di fare sentire la propria voce hanno “di meglio da fare” e puntualmente voltano le spalle e delegano a pochi altri  il peso della protesta.

Il corteo dunque parte: lento, festoso e colorato. Gli slogan scorrono urlati e cantati: dai più miti a quelli più politicamente scorretti. Ci stanno anche quest’ultimi: non dimentichiamoci che c’è chi sta pagando un duro prezzo “cun sa giustizia” per aver manifestato in passato contro le basi (vedi l’Operazione Lince).

Il viale Poetto rimane bloccato per più di un’ora con grande disappunto dei tanti che transitavano dalla spiaggia alla città e viceversa. Forse i media e la questura avrebbero potuto diffondere in maniera più capillare la notizia di probabili disagi alla viabilità. Ma in fondo perché stupirsi: malizia consiglia che vi sia  intenzionalità in certe scelte. Magari con l’obbiettivo di privare di “simpatia” un movimento che non nuoce a nessuno e che anzi lavora per il contrario.

Ciononostante, “la passeggiata contro le basi“ continua senza intoppi, costantemente monitorata dalle forze di Polizia che la scortano fino alla piazza San Bartolomeo da loro stessi presidiata fino alle 22:00 circa: ora nella quale si alzano al cielo le ultime rime dei rapper.  Rime di lotta e di dissenso.  Come è sacrosanto che sia!


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