Palestina, Africa, Sardegna. Volti diversi, stessa colonizzazione

Dalla Palestina all’Africa con lo stesso inganno e la stessa violenza
Le due manifestazioni — il 3 ottobre a Sassari e il 5 ottobre ad Alghero — mi hanno lasciato senza parole, perché le piazze erano piene di gente che urlava “Palestina libera! Palestina libera!”. Non me lo aspettavo così.
In questi giorni tutti parlano del “piano di pace” per Gaza o del piano di Trump. Non è un piano di pace, ma un’ipocrisia coloniale dell’Occidente.
Ancora una volta, il mondo è costretto ad assistere all’ipocrisia occidentale. Per secoli, le potenze europee e i loro discendenti coloni hanno schiavizzato, colonizzato, sterminato e oppresso intere popolazioni in Africa, nelle Americhe, in Asia e in Medio Oriente. Poi, quando finalmente sono stati costretti ad abbandonare la loro presa, hanno persino chiesto un risarcimento per aver dovuto rinunciare ai sistemi di brutalità da loro stessi imposti.
Quando la Gran Bretagna abolì la schiavitù nel 1833, non furono gli africani schiavizzati a essere risarciti, ma i loro schiavisti. Il governo britannico pagò 20 milioni di sterline (circa 17 miliardi di sterline odierni) ai proprietari delle piantagioni per la loro “perdita di proprietà”. Gli ex schiavi non ricevettero altro che una povertà perpetua.
Allo stesso modo, dopo la rivoluzione haitiana del 1804, la Francia costrinse la nuova repubblica nera a pagare 150 milioni di franchi oro (poi ridotti a 90 milioni), equivalenti a circa 21 miliardi di dollari odierni, come prezzo della “libertà”. Questo riscatto coloniale paralizzò l’economia haitiana per oltre un secolo.
In tutta l’Africa, Francia e Gran Bretagna chiesero garanzie, privilegi e accordi finanziari durante il loro ritiro. I coloni in Zimbabwe, Namibia e Sudafrica chiesero — e spesso ottennero — risarcimenti per le “terre perdute”, nonostante quelle terre fossero state violentemente sottratte agli africani.
Questa arroganza coloniale è ancora viva oggi in Palestina. Dopo 76 anni di espropriazione e oltre 57 anni di occupazione militare, Israele, con il suo principale sponsor — gli Stati Uniti — pretende ora di dettare il “futuro” di Gaza.
Secondo le agenzie umanitarie, oltre 70.000 palestinesi sono stati uccisi a Gaza dall’ottobre 2023 sotto i bombardamenti (92% delle case distrutte, 55 milioni di tonnellate di macerie, 40 miliardi di dollari di vendite di armi dagli Stati Uniti a Israele dal 7 ottobre, quasi 2 milioni di palestinesi sfollati, 518 scuole danneggiate o distrutte, 270 giornalisti uccisi, 790 attacchi a medici e strutture sanitarie, e il 99% delle famiglie in condizione di insicurezza alimentare).
Eppure Washington e Tel Aviv parlano di ricostruire Gaza in un “paradiso costiero”. Propongono persino nomi come Tony Blair — il cui disastroso operato in Iraq ha causato la morte di oltre un milione di iracheni e la distruzione di un’intera nazione — per supervisionare il futuro governo palestinese.
Chi ha dato loro l’autorità di decidere chi dovesse o non dovesse governare la Palestina? In Iraq, gli Stati Uniti imposero Paul Bremer come “governatore”, smantellando le istituzioni e gettando il Paese nel caos. Gaza ora si trova di fronte allo stesso esperimento neocoloniale.
Il diritto inalienabile dei palestinesi è l’autodeterminazione: la libertà di governarsi, bene o male, senza condizioni imposte dagli oppressori. Israele deve ritirarsi dai territori palestinesi occupati e i suoi leader devono affrontare la giustizia per l’occupazione illegale, l’apartheid, i crimini di guerra e il genocidio. Questa è l’unica strada legittima da percorrere, non un altro progetto di controllo disegnato dall’Occidente.
Israele e l’Occidente si nascondono costantemente dietro Hamas, usandolo come comoda scusa per disumanizzare i palestinesi, delegittimare la loro lotta e razionalizzare una violenza senza fine. Riducendo il diritto di un intero popolo alla libertà e alla dignità alle azioni di un solo gruppo, cancellano decenni di occupazione, espropriazione e apartheid. Questa narrazione viene strumentalizzata non per portare la pace, ma per perpetuare il genocidio a Gaza e mettere a tacere la legittima richiesta di autodeterminazione palestinese.
“L’Occidente ha conquistato il mondo non grazie alla superiorità delle sue idee, dei suoi valori o della sua religione, ma piuttosto grazie alla sua superiorità nell’uso della violenza organizzata. Gli occidentali spesso dimenticano questo fatto; ma i non occidentali non lo dimenticano mai.”
La colonizzazione in Sardegna
Ho girato quasi tutta Italia per imparare le culture, le tradizioni e per vedere i luoghi più interessanti ecc. Posso dire che la Sardegna è un piccolo paradiso ed una terra di accoglienza, per questo mi piace questa isola. Da difendere, tutelare e valorizzare. C’è solo un problema! Questa terra che ho eletto a mia seconda casa è sfruttata e colonizzata. L’art. 11 della Costituzione italiana dice Italia è contro la guerra. Però questo è solo sulla carta. Perché il nostro territorio (La Sardegna) è occupata della NATO che ha limitato la nostra libertà e inquinamento ambientale dell’esercitazione militare e la fabbrica delle bombe (La Rwm). Adesso stanno pensando di mettere le pale eoliche dappertutto, questo vuol dire che la Sardegna continuerà a produrre più di quanto consuma.
Questo mi fa arrabbiare, per quanto concerne l’energia elettrica, la Sardegna mediamente produce circa 12mila GWh a fronte dei consumi netti pari a 8mila GWh annui. Questo vuol dire che la produzione netta di energia elettrica generata sul territorio regionale è maggiore del 40% del fabbisogno netto isolano. Oltre il 40% dell’energia prodotta in Sardegna in gran parte dei casi viene esportata. Abbiamo le bollette più alte d’Italia. Dall’indagine dell’Osservatorio sull’energia che analizza a livello regionale l’evoluzione dei costi delle bollette per le famiglie, la bolletta media della luce per una famiglia sarda era di 518€ contro una media nazionale di 432€, il dato più alto. La Sardegna, quindi, produce energia elettrica più di quanto gliene serva e i cittadini pagano più del resto d’Italia. Per quello noi lottiamo per la liberazione del popolo sardo dai colonizzatori e per una vera solidarietà di tutti i popoli colonizzati del mondo, dalla Palestina all’Africa, passando appunto per la Sardegna.
Di Osman Fatty (AFROSARDO)
PALESTINA LIBERA
AFRICA LIBERA
SARDEGNA LIBERA
Immagine: truenumbers.it















