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4 novembre: onoriamo i morti, PER COLPA dell’Italia – S’Imprenta

S’Imprenta – Rassegna stampa dalla colonia

Tutti i sabato mattina su S’Indipendente

Il governo italiano ha approvato l’eolico a Saccargia, il fotovoltaico a S’incantu, ma a Bonorva i Savoia regnano ancora: via Regina Margherita non si tocca. Il Tar dà ragione alla Soprintendenza, bocciata l’intitolazione al professor Virgilio Tetti.

Cioè, la soprintendenza e il prefetto proteggono il nome di una via italica, ma permettono la devastazione del patrimonio sardo.

L’Italia repubblicana difende i suoi ipocriti simboli unitari, salvo festeggiare il 2 giugno la festa della repubblica, cioè la cacciata dei monarchi.
Il rigurgito conservatore in questo scorcio finale dell’Italia è la tendenza alla reazione, di fronte alle fughe centrifughe.

Si è parlato di genocidio sulle nostre pagine, a me sembra che il genocidio sia evidente dallo stupore di Luciano Piras in un articolo di qualche settimana fa nella Nuova Sardegna, che non riusciva a capire perché ancora il 40% dei sardi si ostini a definirsi sardo e non italiano.
A me sembra assurdo che non sia il 100% dei sardi a definirsi lapalissianamente sardi, la quota di scarto è lo stato di avanzamento del “genocidio” bianco, sardo. Ma non riapriamo questo dibattito, ormai chiuso (per ora).

Dunque, oltre al furto della terra e la cancellazione della cultura, sono i simboli ad essere centrali in questa battaglia: l’Italia attacca quelli sardi, e difende i suoi.
Per cui, bisogna ragionare su cosa significhino oggi in Sardegna i simboli italiani: la bandiera, l’inno, la costituzione, le feste del 2 giugno e del 4 novembre. Per poi decostruirli.

Ad esempio, visto che è imminente, qual è il senso del 4 novembre?
Nella prima guerra mondiale, i nostri nonni non sono morti PER difendere l’Italia, ma sono morti PER COLPA dell’Italia.

È stata l’Italia a dichiarare guerra all’Austria, per depredare le terre irredente, non c’era nulla da difendere.
È stata l’Italia a mandare i sardi in guerra, “eroi nelle patrie trincee, in tempo di guerra, banditi nelle patrie galere, in tempo di pace“, diceva Cicitu Masala.
È stata l’Italia a tradire i sardi che tornarono con la fame dentro, furono tradite le promesse delle terre ai contadini: dalle sezioni degli ex combattenti della Brigata Sassari, nacque il PsdAz, con le prima istanze indipendentiste, poi smorzate dagli stessi leader Lussu e Bellieni e veicolate dentro l’italianismo.

Il 4 novembre, onoriamo sinceramente i nostri morti, scagliando istrales contro chi li ha mandati a morire per nulla: l’Italia.
Domenica 2 novembre, Sardigna Natzione Indipendentzia propone un sit-in in via Sonnino a Cagliari, presso il monumento ai caduti della prima guerra mondiale. Per onorare i morti PER COLPA dell’Italia, e per onorare i disertori.


Terna: al via l’iter autorizzativo del Sardinian Link, 40 pagine di servitù di elettrodotto e di occupazione temporanee

Terna: al via l’iter autorizzativo del Sardinian Link, il nuovo collegamento elettrico tra il nord e il sud della Sardegna.

Proprio mentre nelle sale cinematografiche spopola il film ispirato ad Ovidio Marras, sull’Unione Sarda compaiono oltre 40 pagine di pubblicità legale contenenti i nomi degli sfortunati proprietari che saranno soggetti a servitù di elettrodotto e di occupazioni temporanee.

Se per il film ispirato ad Ovidio Marras il titolo è “La vita va così”, un ipotetico film per i politici sardi dovrebbe essere intitolato “Tiraus a innantis“, sottotitolo “a sa mod”e is bècius“.

L’11 ottobre scorso, proprio su S’Indipendente avevamo azzardato un calcolo sul furto di terra per il Sardinian Link (stimato in 1.000 ettari, che chiamavamo “il più grande furto di terra nella storia sarda”) e ponevamo una semplice domanda a Todde, che ripetiamo ancora una volta: è a conoscenza di quanto sarà il furto di terra sarda per pale, pannelli, batterie BESS, cabine primarie, stazioni elettriche, Tyrrhenian Link, Sardinian Link e cablaggi vari?

Mentre Terna valuta l’ingresso di investitori asiatici nella rete elettrica statale, la società per azioni, gioca sulle parole per non passare dalla VIA (Valutazione impatto ambientale).
Il Tyrrhenian Link era stato spacchettato tra ramo est e ovest, con approvazioni separate, evitando la VIA; ma ha avuto un finanziamento unico dall’Europa, dunque l’opera è unica.

Il Sardinian Link non ha fatto la VIA, è stato venduto come rifacimento della linea esistente, ma leggiamo dalla “Comunicazione esenzione VIA” del S.L. (documenti non pubblici, disponibili solo con accesso agli atti).

“In relazione agli obiettivi di incremento delle quote di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili (FER) si rende necessario adeguare il sistema elettrico attraverso infrastrutture innovative e capaci di trasportare in modo efficiente l’energia prodotta da fonte rinnovabile.”

Dunque la funzione d’uso è nuova, giocano con le parole, il Sardinian Link (1 GW) adegua la potenza della vecchia dorsale Selargius-Ittiri, a quella del Tyrrhenian Link (1 GW). A Codrongianos troverà già pronto il cavo per l’export SA.CO.I.

Immagine: energycue.it

La palla spetta alle obiezioni, e infine a Todde che dovrà firmare o meno l’intesa.
Todde oserà sfidare l’ira della popolazione?

Intanto i comitati continuano a lottare, a presentare obiezioni, a sensibilizzare l’opinione pubblica, a manifestare: a Portoscuso sbarca la Flotilla organizzata dal Presidio Permanente del Popolo Sardo contro il parco eolico offshore: «Il Sulcis non si arrende all’invasione».
Ieri ha replicato a Siniscola, in cui esplode l’ira dei pescatori: “Decreto blocca-pesca e pale eoliche: ci fanno morire”.

A Bonarcado c’è stata un’assemblea pubblica nell’aula comunale sul Sardinian Link.

Invece, nel consiglio comunale di giovedì 30 ottobre, a Selargius, dai banchi della maggioranza il consigliere comunale Ambu, in un contesto ufficiale, pronuncia queste allucinanti parole, a proposito di speculazione energetica:
non saremo noi a fermare la mano dell’Ucraino, di Black Rock di Vanguard, e di tutti gli altri soggetti che a livello mondiale stanno gestendo questo tipo di operazione, perché è perfettamente illusorio pensare che si tratti di qualcosa che sia gestita a livello locale, ma questa cosa non la gestisce neanche il governo nazionale, il governo nazionale su questo argomento è chiamato a mettersi sull’attenti e obbedire, anche se ci mettiamo io e lei al governo dobbiamo obbedire, salvo farci ammazzare, perché la potenza dei gruppi che alimentano queste realtà è tale che chi si mette in mezzo ovviamente deve sapere che lo fa a suo pericolo” (qui il video dell’intervento).

Non è l’ultimo arrivato tra i consiglieri selargini, ma non è dato sapere se parla con cognizione di causa o se ha scambiato l’aula consiliare per un bar. Nel primo caso dovrebbe recarsi dalla magistratura e denunciare il fatto, dopotutto ha votato degli atti importanti riguardanti le servitù selargine e sarde. Lo ha fatto sotto ricatto di morte?

In ogni caso mostra una politica pavida e pusillanime, che lascia i cittadini soli ad opporsi, se questi sono i rischi che paventa.

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Un’attivista ha trovato tra le pieghe della documentazione VIA e VAS del 4 agosto 2025, delle conclusioni con cui “dispongono la Sardegna nei primi posti della graduatoria di idoneità che il Ministero dell’Ambiente in concerto con l’Isin e Sogin stileranno entro qualche mese.
Il comitato prepara un sit-in.

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Immagine: Linkoristano

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