
In Sardegna scoppia l’honestà!!1 – S’Imprenta
S’Imprenta – Rassegna stampa dalla colonia
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La settimana scorsa ho dichiarato la fine della “transizione” (intesa come narrazione, la transizione non c’è mai stata), ma diverse persone hanno frainteso, scambiandolo per un mio auspicio.
Ho semplicemente riportato le posizioni di un documento fondamentale di Terna sulla sostenibilità della rete, e le posizioni degli AD di Eni ed Enel e del ministro Pichetto Fratin, tutte contrarie alla chiusura del carbone. Non proprio gli ultimi arrivati.
Rappresenta la fine di un ciclo della narrazione dominante durata almeno 5 anni, i contro ordini sono arrivati, ma la cinghia di trasmissione ha tempi più lunghi, per cui si leggono ancora articoli e commenti che parlano di comitati contro la transizione. Non esiste nessuna transizione in corso, dunque non si può essere contrari.
La domanda ora è, è stata veramente una inversione ad U, o era tutto previsto fin dall’inizio?
Se i problemi di sostenibilità sono emersi solo oggi, e non sono stati previsti da fior di ingegneri, allora abbiamo un problema ancora più grosso: in che mani siamo?
Tra le argomentazioni, dicevano che pagheremmo meno l’energia, Todde riprende questa leva (Todde: “Bollette più leggere ed energia più pulita, la transizione comincia da qui”)
Argomentazioni simili erano state utilizzate al tempo dell’installazione della Saras, promettendo costi della benzina più bassi. Ebbene, leggete questa notizia di questa settimana: “Sardegna tra le regioni con il prezzo della benzina più alto: la denuncia del Codacons.“
In un mondo normale, le associazioni (quelle in buona fede) dovrebbero unirsi ai comitati e chiedere lo stop di questa “transazione economica” per chiedere una vera transizione ecologica ed energetica, partendo dalle comunità energetiche.
L’energia diventerebbe come l’acqua, un bene pubblico e le comunità diventerebbero nuovamente attive su un settore strategico.
Sardiniapost pubblica un articolo in cui il governo chiarisce che le “Interlocuzioni Governo-Regione sono in fase avanzata, transizione entro il 2028″. A parlarne è la viceministra: “È ferma intenzione del Governo italiano di provvedere all’adozione delle misure necessarie ai fini dello sviluppo di energia rinnovabile, di accumuli, di nuove interconnessioni con il Continente e della metanizzazione dei principali bacini di consumo dell’Isola, volte quindi a completare il phase-out dal carbone entro il 2028″.
Poi però leggiamo su Repubblica: “Centrali a carbone dormienti per due anni. Il governo pronto a trattare con Enel, la produzione ripartirà in caso di emergenza gas.“
Il blog del GrIG pubblica uno studio di Angelo Spena professore emerito di Fisica Tecnica Ambientale e Gestione ed Economia dell’Energia presso l’Università degli Studi di Roma – Tor Vergata. L’articolo si intitola “La buona transizione energetica, il fotovoltaico sui capannoni industriali (e basta).” e dovrebbe essere la nuova bibbia dei comitati.
L’articolo è molto dettagliato di studi e cifre, estraggo per semplicità una parte delle conclusioni: “Installare diffusamente impianti fotovoltaici, con tecnologie correnti e anche solo sul 70 per cento delle coperture degli esistenti capannoni industriali italiani consentirebbe a fine 2030 di raggiungere 97 GWp“.
Per avere un ordine di misure, il decreto Pichetto-Fratin prevede 80 GWp.
E con questo crollano le favole dei tetti non sufficienti per la transizione e la narrazione tossica che scambia le servitù come infrastrutture per lo sviluppo: quante volte la propaganda ha ripetuto che i tetti non erano sufficienti?
Per cui la seconda domanda è, per quanto tempo ancora i sardi si berranno le bugie coloniali italiche funzionali allo sfruttamento del territorio sardo?
E allora il dito, infine, va puntato sul sistema scolastico, che dovrebbe stimolare lo spirito critico invece che creare massa informe e conforme, con tassi di abbandono e di basso rendimento da record. Fare la scuola sarda è una priorità essenziale e resistenziale, proprio in virtù di una crescita dello spirito critico, se non altro perché la narrazione storica-letteraria-linguistica sarda creerebbe una distorsione narrativa scontrandosi con quella mediatica televisiva, mettendo in chiaro parte della distopia cui siamo immersi.
Guerre distopiche & stampa coloniale
L’Unione Sarda chiama il giornalista Bruno Vespa per un editoriale in cui scriveva che Trump non avrebbe mosso guerra.
Le parole di Vespa non avevano terminato il giro ubriacante delle montagne russe delle rotative, che Trump lancia l’attacco, per cui la mattina apprendiamo dai TG dell’attacco degli USA all’Iran, ma leggiamo sull’Unione Sarda che Trump non avrebbe attaccato.
Non solo emergono i limiti degli opinionisti che ormai hanno fatto il loro tempo, soprattutto quando si lanciano in previsioni su matti che solo loro sanno cosa gli passa per la testa (ricordate cosa dicevano gli esperti su Putin e sul non attacco all’Ucraina?). In questo caso fanno emergere anche i limiti del mezzo: i tempi della carta stampata sono ormai fuori dalla storia.
Radiolina si chiede cosa rischia la Sardegna, tra Rwm e basi militari ed aeree, il Sole24 Ore dedica un articolo alle basi in Sardegna.
Giorgia Meloni assicura che nessun aereo Usa è partito dalle basi italiane, e sarde, e propone un sì al riarmo Nato: «La penso come i romani, si vis pace para bellum». Peccato che i romani dicevano anche “solitudinem faciunt, pacem appellant” (fanno il deserto e lo chiamano pace). Dunque, per la proprietà transitiva: “se vuoi deserto, prepara la guerra“.
Scoppia l’onestà dei Cinque Stelle
Mance, poltrone, clientelismo, finanziamenti, il governo dei Cinque Stelle dà il peggio di sé. Moralmente decaduta, barcolla ma non molla, o per dirla con linguaggio democristiano, meglio tirare a campare che tirare le cuoia, Todde impugna la sentenza del Tribunale di Cagliari sulla decadenza. I legali depositano la citazione in Corte d’appello.
Intanto governo e consiglio sardo scoppiano di onestà:
- Legge elettorale e Statutaria, Sardegna chiama Sardegna contro la Giunta: “300mila euro di consulenze per cambiarla, appaltano la democrazia”.
- Nuova legge elettorale, 3 milioni per consulenze esterne: FdI e Lega attaccano la Giunta Todde
- Niente tetto per le consulenze esterne, la Regione stanzia 3 milioni: è polemica. Previsti anche 280mila euro per incarichi affidati per la riscrittura di Statutaria e legge elettorale.
L’Indip ha svolto diverse inchieste proprio su questo punto:
- Tra politici di centrodestra e candidati (sfortunati, ecco gli staff della giunta Todde (settembre 2024)
- Chi trova un amico trova un tesoro (settembre 2024)
- Atenei senza fondi, dalla Regione 8 milioni e i rettori si aumentano gli stipendi (novembre 2024)
- Gli stipendi della Nuorese pagati dai sardi e altre amenità dal consiglio regionale (novembre 2024)
- La lista dei fortunati che incasseranno 22 milioni senza gara grazie ai consiglieri regionali non smette di riservare sorprese (dicembre 2024)
- Furti d’identità, presunte frodi e firme false: in Regione hanno aperto il Vaso di Pandora (maggio 2025)
- 117 milioni di mancette del Consiglio nel mirino di Roma: Norma da impugnare (giugno 2027)
Aggiungeteci che siamo stati quattro mesi in esercizio provvisorio perché Todde aveva urgenza di piazzare tutte le poltrone della sanità (scelte in solitaria, il PD non ha ancora digerito).
Titola l’Unione Sarda: “M5S: in Sardegna rischio “esodo” di candidati dopo il nuovo Codice etico. Le regole sul numero di mandati potrebbero impedire a molti big pentastellati dell’Isola di essere rieletti.”
Provano a rifarsi il trucco, con buona pace dei vari Guerrini presenti in Sardegna che difendono l’indifendibile (a scanso di equivoci da queste pagine abbiamo attaccato allo stesso modo Solinas).
Comandini è talmente appiattito su Todde che c’è da chiedersi se sia il segretario del PD o dei 5S.
La sensazione è che a Nuoro abbia vinto il campo largo sia per abitudini locali consolidate, sia perché la destra non era presentabile.
La vera opposizione al governo Todde la sta facendo il governo italiano, l’opposizione sarda non è minimamente efficace, perché non esiste se non come ologramma che tenta di emulare la destra romana italica.
Truzzu, Solinas, Cappellacci hanno fallito tutti, non emergono nuove leadership, e i partiti sardi della destra (Sardegna 2020, Riformatori, Alleanza Sardegna, Psd’Az) non approfittano della debolezza degli alleati italiani per egemonizzare il polo di destra e tentare di sganciarlo dalle logiche romane e milanesi.
Ma la vera nota dolente viene dal fatto che ancora non emergono dal basso progetti di rilievo non compromessi e sganciati dal duopolio italico.
A proposito di mance e di “transizione”.
Per capire le reali intenzioni sul tipo di “transizione” che Todde ha in mente, la regione stanzia solamente un contributo di 20 milioni a fondo perduto per le famiglie che installano il fotovoltaico.
Meno della mancia natalizia dei 22 milioni.
E con questo si chiude il cerchio, questo articolo si può rileggere circolarmente dall’inizio, mantenendo solidità e logica.
Sa Cida in 1 Minutu
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Le spericolate inchieste dell’Unione Sarda: La Nuova crea modelli, per cui anche l’Unione questa settimana pubblica la sua spericolata inchiesta: Litiga con la suocera, il matrimonio salta alla vigilia delle nozze e lui viene arrestato
Le spericolate inchieste della Nuova Sardegna. Ma la Nuova sceglie un titolo migliore, per battere il maestro occorrono anni di pratica: “La festa prima delle nozze finisce in rissa: lo sposo picchiato dalla suocera e poi arrestato”.
Sposo picchiato, sposo arrestato.
Infine, solo per stomaci forti, come italianizzare e normalizzare la Sarda Rivoluzione:
