Sardigna terra brusiada. Sfortuna, incuria o progetto?

De Cristiano Sabino


Lo scorso 28 giugno l’Ansa batteva la notizia della “imponente macchina organizzativa” messa in campo dalla Regione Autonoma della Sardegna per fare fronte all’annuale piaga degli incendi: «Oltre 7.000 donne e uomini in campo, tra Corpo forestale, Forestas, Protezione civile, organizzazioni di volontariato, compagnie barracellari e vigili del fuoco, con circa 300 mezzi a terra, 11 elicotteri leggeri della flotta regionale a cui si aggiunge il Super Puma, e un Canadair di stanza a Olbia, dove dall’1 al 31 agosto arriveranno anche altri due velivoli della flotta nazionale della protezione civile e dove è già schierato un Ab412 dell’Esercito. Sono i numeri della campagna antincendi 2021 della Regione Sardegna».

Insomma, stando alle comunicazioni istituzionali (secondo diverse fonti addirittura sovrastimate) in Sardegna disponiamo di 3 Canadair più un tot di elicotteri e mezzi a terra.

Nel luglio del 2017, i piloti di aerei antincendio in Corsica aderenti al Syndicat national du personnel navigant de l’aéronautique civile (SNPNAC) hanno richiesto al ministero dell’interno Gérard Collomb l’acquisto di ulteriori 6 aerei antincendio destinati alla Corsica (https://www.corsicaoggi.com/sito/ministro-dellinterno-collomb-annuncia-lacquisto-6-aerei-antincendio… ). All’epoca la Protezione Civile in Corsica disponeva di 23 aerei anticendio di cui 12 Canadair, 9 Tracker e 2 Dash.

Da sottolineare anche la mobilitazione del Sadirs, il sindacato dei circa 2000 lavoratori di Forestas, indetta lo scorso 23 giugno sull’annosa questione del contratto.
Per la cronaca, la Sezione di controllo della Corte dei Conti della Sardegna ha approvato solo lo scorso 15 luglio (in piena stagione antincendi) l’accordo firmato dai sindacati che prevede il passaggio definitivo di oltre cinquemila dipendenti di Forestas nel contratto collettivo regionale – immaginiamo non senza aver provocato un grave ritardo nella macchina organizzativa.

Il 25 agosto 2016, in una lunga e articolata nota, il sindacato dei Vigili del fuoco USB denunciava l’«esiguo numero di personale», il «sovraccarico di lavoro», la «scarsa dotazione di mezzi» e la «mancanza di un coordinamento». Sempre nella medesima nota, la USB puntava l’indice contro l’«assurda politica manageriale dei comandi, dove si continua a tagliare l’intagliabile e la sicurezza dei cittadini messa alla stregua di una qualsiasi voce di capitolato!». Logica politica – manco a dirlo – pienamente promossa e condivisa in maniera bipartisan da tutte le fazioni politiche rappresentate nel parlamento italiano. A distanza di anni dalla denuncia, e con l’alternanza di vari governi statali e regionali, le cose sembrano immutate.

Arriviamo all’ultimo e più spinoso punto che riguarda non i mezzi insufficienti e la scarsa prevenzione ma la strana concomitanza di eventi. L’ex sindaca di Bono Michela Sau pone una domanda sui social che a mio parere non può rimanere inevasa: «17 incendi contemporaneamente nell’isola: non è forse terrorismo?!».
Sicuramente – come spiega Fiorenzo Caterini – molti incendi sono di natura colposa e accidentale e dipendono dal cattivo stato di conservazione delle campagne (spesso largamente spopolate) e dalla mancanza di educazione ambientale di molte persone che accendono falò dove non dovrebbero o che buttano cicche in cunette (da L’incendio si fa presto a dire doloso).

Però la domanda che pone Michela Sau non è affatto peregrina e forse non è neppure peregrino il pensiero che corre di chat in chat sul legame tra gli incendi di questi giorni e il piano di un’Isola quale piattaforma energetica della Repubblica.
Esiste una strategia incendiaria? C’è un filo rosso che la lega al bando di gara pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il bando di gara (l’investimento complessivo è pari a 3,4 miliardi di euro) per la realizzazione del Thyrrenian Link (il nuovo doppio cavo sottomarino di Terna s.p.a. tra la Sardegna e il continente italiano) e al piano per trasformare la Sardegna in un immenso campo eolico e fotovoltaico annunciato dal ministro per la transizione ecologica Cingolani e dal presidente di Enel Energia Starace?

Forse i fatti di cui sopra non hanno relazione alcuna e forse è ancora troppo presto per trarre conclusioni affrettate, ma rimane chiaro che la ex sindaca di Bono ha ragione quando parla di terrorismo, perché appiccare 17 incendi in una sola giornata, aspettare con pazienza le condizioni meteo favorevoli è roba che richiede mezzi, motivazioni e un piano strategico non a disposizione di chiunque.

La questione va posta in termini politici: chi ha interesse a fare terra bruciata della Sardegna e dei suoi boschi? Chi ha interesse a disboscare la Sardegna più di quanto abbiano già fatto Monarchia e Repubblica italiana? Tanto i metodi giuridici per eliminare o arginare i vincoli sui terreni devastati dal fuoco si trovano sempre se ci sono grossi interessi di mezzo, Punta Giglio docet.

Foto de presentada: Ricardo Gomez Angel on Unsplash

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