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Caro Biolchini, ti scrivo…

Caro Vito, oggi è uscito un altro tuo articolo, sempre sulla questione energia, transizione energetica, comitati e gruppo editoriale Zuncheddu.

Posto che non credo tu sia sul libro paga di qualcuno e che abbia interessi privati da difendere (ma in Sardegna più di qualcuno purtroppo invece li ha!), vorrei porti io alcune domande.

Abbiamo capito, non ti piace il gruppo Zuncheddu e soprattutto non ti piace Mauro Pili. Lo capisco, io con Pili mi ci sono scontrato più di una volta, proprio sulla questione del Galsi e giudico molte prese di posizione dell’Unione di tipo ideologico, se non schiettamente colonialiste, come per esempio l’iniziativa di pompare un libretto di pseudo storiografia sulla presunta nascita dell’Italia in Sardegna nel Trecento (che già a dirla una cosa del genere, viene da ridere, per chiunque abbia una basilare alfabetizzazione di storiografia). Ma tutto questo cosa c’entra con la battaglia che i comitati – e non solo i comitati – stanno affrontando da tempo contro quella che in più occasioni ho definito “quarta colonizzazione della Sardegna”?

Chiariamoci, quella in corso è una nuova tappa della penetrazione dello Stato e di potentati economici privati ad esso legati, esattamente sulla falsa riga di quella che in passato rappresentò la messa a disposizione da parte dello Stato alle ditte private per disboscare l’isola (prima colonizzazione), per estrarre materie prime dal suolo con l’impianto minerario (seconda colonizzazione) e per utilizzare l’isola – e la sua manodopera a buon mercato – come grande impianto industriale e come poligono militare (terza colonizzazione).

Gramsci – descrivendo il disboscamento e l’estrattivismo minerario parlava di “spogliatori di cadaveri” e non mi sembra che i termini del rapporto Sardegna-Stato  siano cambiati, se non che appunto prima a denunciare certi meccanismi avevamo un Gramsci.

Siccome so che sei sensibile alla “decolonizzazione del pensiero e della ricerca”, avendo dialogato anche con me alla presentazione della prima collettanea di Filosofia de Logu al festival di Seneghe, non trovi che, solo per fare un esempio, la legge mineraria, istituita nel 1840, che prevedeva la separazione della proprietà del suolo da quella del sottosuolo e che contemplava l’esproprio da parte dei privati se il proprietario del fondo rifiutava l’acquisto, e che – guarda caso – entrò in vigore nel 1848, vale a dire dopo la “perfetta fusione” tra la Sardegna e gli stati di terraferma appartenenti ai Savoia, sia del tutto simile al Decreto Draghi sull’energia che la presidente Alessandra Todde sostiene non esista?

Perché consideriamo colonialismo l’azione dei Savoia di rendere pienamente usufruibile ai privati il suolo e il sottosuolo sardo e non consideriamo altrettanto colonialista l’azione dei Governi Draghi e Meloni (pari sono!) nel rendere disponibili ai privati sole e vento, con metodi che sono parimenti antidemocratici, violenti contro le comunità e per nulla finalizzati al bene comune dei sardi? Per la ragione che Mauro Pili fa articoli usando le MAIUSCOLE? È questa la differenza? Ma se è questo il problema, basta non leggerli. Sei un bravo giornalista, scrivili tu degli articoli come si deve per denunciare la continuità storica tra prima, seconda, terza e quarta colonizzazione. Io un po’ l’ho fatto, ma da amatore – lo sai faccio l’insegnante e non il giornalista – ma di questa cosa ne ho parlato parecchio a scuola e ti assicuro i giovani non leggono l’Unione, ma sono molto sensibili al problema, soprattutto quelli che provengono dalle comunità violentate.

Ricordo benissimo quando un noto politico trasformista e pseudo indipendentista aveva definito le proteste dei pastori per un giusto prezzo del latte “eversive”. Per fortuna non sei arrivato a tanto, ma insomma, per un momento ho sospettato che il tuo blog fosse caduto preda di qualche troll. Come si fa a dire che a Saccargia c’erano i “professionisti della protesta in servizio permanente effettivo e poco più?”. Come si fa a ridurre la mobilitazione che da due anni monta ai quattro angoli della Sardegna, con il moltiplicarsi di convegni in decine di paesi, con sale sempre piene e tecnici e ricercatori assai competenti che parlano per ore sciorinando dati, ad una mera “isteria ribellista”? Nell’ultimo tuo articolo parli di “fallimento” perché “a Saccargia sono arrivate al massimo tremila persone nell’arco di tutta la giornata”. Ma sul serio? L’altro giorno a Roma, in piazza Santissimi Apostoli, alla manifestazione chiamata dall’opposizione, c’erano circa 1500 persone (la piazza non ne contiene di più e non era certo stracolma!). Roma fa sei milioni di abitanti e la manifestazione ha avuto una copertura mediatica consistente, oltre ad essere chiamata da partiti strutturati e capaci di spesa per la comunicazione, come PD e M5S.

Quelli invece non sono “professionisti della protesta in servizio permanente effettivo e poco più”? In Sardegna, con gli enormi problemi di trasporto che ci sono, con il principale giornale del Nord Sardegna che ha sistematicamente censurato la notizia della manifestazione, con una popolazione prevalentemente passivizzata e rassegnata per i meccanismi di subalternità di cui abbiamo parlato sul palco di Cabudanne De Sos Poetas, anche se ci fossero state non tremila, ma mille persone, come puoi usare questi toni paternalistici e sminuenti? Ripeto, so che non sei al soldo di nessun potere occulto, ma capisco che qualcuno che magari non ti conosce come me, possa anche arrivare a pensarlo. Ma eccoti la domanda, anzi le domande: al netto delle reali condizioni di partecipazione politica e civile in Sardegna, quali sono i numeri per una protesta popolare veramente riuscita per una qualunque causa? Qual è la soglia sotto la quale una manifestazione possa essere trattata a pesci in faccia da Vito Biolchini? Quando erano all’opposizione, i signori che governano (visto, io non uso le maiuscole!) quali e quante mobilitazioni popolari degne di questo nome hanno organizzato?

Nel tuo ultimo articolo scrivi che nell’informazione che si da sulla questione  – parlando sempre del gruppo Zuncheddu –“non c’è completezza, non c’è lucidità, non c’è voglia di far capire fino in fondo quali sono tutte le forze e le ragioni in campo”. Mi spiace dirtelo, ma crei delle aspettative nel lettore che poi non soddisfi. Chi legge infatti si convince che sarai tu a farlo, che il bravo e lucido giornalista Biolchini finalmente chiarirà le cose, senza parlare di “signori del vento”, senza citare nuraghes e Domus de Janas e senza usare le MAIUSCOLE. Invece, spiace dirlo, ma nulla. Arriva l’invettiva contro tre commentatori social e per il resto vuoto pneumatico, nessuna chiarezza, nessun dato, nessuna ricostruzione, solo gne gne, zero fatti e il lettore rimane col cerino in mano. Perché non la fai tu una bella ricostruzione sinottica su rinnovabili, legislazione vigente, metano e posizioni politiche in campo, compresa la tua e quella della Todde che non si sono capite? Credimi, l’aspettiamo tutti con ansia la tua inchiesta. E sono serio!


Immagine: Cristiano Sabino

Cumpartzi • Condividi

Un commento

  1. Ho già avuto modo di commentare i giudizi di Biolchini e mi trovo a condividere le perplessità e le domande di Cristiano Sabino.A quanto detto da lui aggiungerei un severa mancanza di rispetto del giornalista verso i suoi consueti lettori a cui è mancata l’informazione di fatti assai rilevanti agiti da tanti cittadini soprattutto del Nord Sardegna. E uso opportunamente il maiuscolo.

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