Il 2023, come da 160 anni, è stato un anno di sottomissioni della Sardegna da parte dell’Italia. Ma è stato anche un anno di battaglie e di risvegli della società. Vediamole in rassegna, per avere il colpo d’occhio in un solo articolo, antidoto contro la memoria corta degli elettori.
Tra le righe di quest’anno passato, dal punto di vista dell’autodeterminazione, si possono tirare alcune somme e altre si possono augurare. Alcune battaglie, nate in seno al mondo dell’indipendentismo o dell’autodeterminazione sono diventate senso comune e battaglie condivise.
Ormai è linguaggio diffuso sentir parlare di “servitù militari” e di esercitazioni militari in maniera negativa anche da quei mondi politici che fino a qualche tempo fa parlavano di opportunità per i posti di lavoro (leggendo la rassegna avrete la prova di come questa sia una leggenda).
Riguardo all’assalto della speculazione energetica è normale ormai che si parli di colonizzazione (cioè la Sardegna viene riconosciuta come colonia italiana). Dunque, quest’anno è andato in onda un continuo rapporto di forza “verticale”, Italia – Sardegna (o comunità locali) che non si risolve con l’alternanza “orizzontale” tra destra e sinistra. Draghi, autore del decreto energia, era sostenuto da una maggioranza che andava dalla Lega al PD e ai 5 stelle. Oggi quella stessa politica è portata avanti da Fratelli d’Italia. I partiti italiani si alternano ogni lustro in Sardegna, ma le servitù aumentano. Il problema è dunque verticale, non orizzontale, e non si risolve con l’alternanza destra-sinistra.
La questione speculazione energetica ha avuto un epilogo: l’assessora Anita Pili non solo ha ignorato la richiesta di moratoria (o qualsiasi altra iniziativa che blocchi la speculazione) proposta dai Comitati, ma ha anche ritirato la impugnazione (del 2022) del decreto Draghi e si è detta soddisfatta del DL Sicurezza Energetica. A chiosa, è stata premiata dalla rivista Staffetta Quotidiana (rivista del settore energetico, che tratta dal nucleare alla speculazione energetica) come “persona dell’anno”. E nel sito della regione ne fanno pure motivo di vanto.
Per contro, i Comitati dovrebbero consegnarle un premio del tipo “Tapiro d’oro“, o “Orecchie da mercante“, per l’ascolto prestato ai Comitati. Questi ultimi non hanno perso la partita. Hanno dimostrato di saper reagire e di sapersi organizzare, tra mille difficoltà, e di riuscire a dettare l’agenda politica. La società sarda è viva e il cuore pulsante della resistenza alla colonizzazione batte forte. Molto più rispetto, ad esempio, a Sicilia e Puglia, che stanno subendo un attacco simile. La battaglia non è ancora terminata ed è tutta ancora da giocare nel 2024.
Nella sua debolezza elettorale e organizzativa (non ha eletti e dunque nemmeno soldi e visibilità) il mondo indipendentista e dell’autodeterminazione è riuscito comunque a portare negli anni il linguaggio ad un livello più alto, facendo diventare senso comune molte sue battaglie. What’s next? Il livello va portato su un nuovo punto più alto, serve una nuova linea ideale da imporre, una nuova asticella.
In effetti è emersa con una forza dirompente una nuova frontiera ideale, una nuova battaglia su cui il mondo dell’autodeterminazione può e deve soffiare ed aggiungere benzina sul fuoco: quella della scelta dei candidati a Roma o in Sardegna.
Poco importa se Soru ha utilizzato la questione in termini opportunistici, quello che conta è che la questione sia al centro del dibattito e determini ciò che dovrebbe essere naturale per i sardi e ciò che dovrebbe avere lo stigma dell’autocolonizzazione.
I movimenti sardi, in questo senso, dovrebbero riuscire a cavalcare questo argomento, sfruttando anche le divisioni nel mondo italianista e, per una volta, fare leva sul dividi et impera.
Una sonora sconfitta del centro sinistra autocolonizzato che accetta la Todde, potrebbe essere un bel segnale. Ovviamente il problema esiste anche a destra, ma lì gli elettori hanno stomaci più forti e sono disinteressati al fatto che il candidato sia scelto a Roma o a Milano e non a Cagliari. Una bella e sonora sconfitta anche al centro-destra sarebbe ideale, pure avendo un’altra chiave di lettura, perché da quelle parti nessuno ha posto il problema, dunque non imparerebbero nessuna lezione.
La campagna elettorale infiamma anche il mondo del giornalismo: Sardiniapost passa sotto la Nuova Sardegna per qualche mese (giusto il tempo per influenzare le elezioni) e se qualche mese fa Biolchini si schierava a favore delle primarie (Centrosinistra, senza le primarie la sconfitta è dietro l’angolo. Ma la Todde ancora non lo ha capito), ora si schiera contro, e propone un brutto articolo. Illazioni che non identificano in cosa consista il reato di Soru, per di più ospitando un articolo (non) firmato da anonimo turritano.
Maninchedda, vecchio nemico di Soru, si schiera in favore di quest’ultimo, mentre Guerrini, che parla di Kolonia un giorno sì e l’altro pure, prima contrario al metodo “candidato calato dall’alto”, benedice la candidatura koloniale imposta dall’alto della Todde. Per capirci, la candidata del centro-sinistra Alessandra Todde, fino a non poco tempo fa, benediceva il metano e l’assalto eolico, Tyrrhenian link incluso.
La battaglia sulla scelta dei candidati dal basso va alimentata, fino a farla diventare normale senso comune. A quel punto va codificata sotto forma di legge.
Da non trascurare la proposta dei Riformatori e dei Progressisti di inserire le primarie nello statuto, che metterebbe al riparo la democrazia sarda da ingerenze coloniali italiche, con tutti i servilismi che ne conseguono e che ricadono sul popolo sardo. Ovviamente da studiare una forma legislativa che abbia un senso politico ed istituzionale e che tenga conto nella formulazione legislativa, anche dell’obiezione di A Innantis sul fatto che le primarie potrebbero limitare le coalizioni piccole, facilmente scalabili e senza risorse economiche.
Questa rassegna stampa anticoloniale, riassunto del 2023, è stata divisa per argomenti, privilegiando questioni “verticali” tra Italia e Sardegna, inseriti in ordine cronologico, in modo da capire come si è evoluto il dibattito intorno alle varie questioni.
Istituzioni Sardegna-Italia
Il dibattito sull’Autonomia differenziata arriva in Sardegna. Rischio o opportunità per ricontrattare i poteri della Sardegna verso l’Italia?
La battaglia elettorale
I candidati di destra e di sinistra sono stati scelti a Roma, ripercorriamo le tappe di tutto l’iter.
“A Roma, è previsto il vertice del M5s per lanciare ufficialmente (e poi difendere a tutti i costi) la candidatura di Alessandra Todde come presidente della Regione per il centrosinistra.“
“Oggi il centrodestra si riunisce a Roma alle 17 per fare il punto sulle elezioni amministrative – e quindi sulle Regionali nell’Isola dell’anno prossimo – con i delegati Francesco Lollobrigida, Roberto Calderoli e Maurizio Gasparri “.
“Con un accordo tra il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, e la segretaria PD, Elly Schlein. La candidata sarà Alessandra Todde, vice di Conte.“
Il giornalista Guerrini cambierà idea.
Mondo dell’autodeterminazione
Diverse sono state le proposte di modifica della legge elettorale. Nessuna è stata accettata dal potere legiferante, che non ha interesse a riformare se stesso.
Dopo diversi tentativi di coalizione, l’indipendentismo trova la quasi unanime unità attorno a Soru. Sempre che la Coalitzione Sarda regga alla probabile uscita dei Progressisti
Economia
L’economia sarda al tempo dell’Italia
Servitù militari
Pinta la legna e vendila in Sardegna. Venditori di fumo, spacciatori di fake news, bufalari, la parola di queste persone vale meno di zero. Gli indigeni hanno tolto l’anello dal naso.
Le bugie hanno le gambe corte. Il turismo è stato allontanato, nelle lavanderie ci si ammala, i militari arrivano con merenda e bevande portate da casa
L’italia tira dritto e non ascolta le proteste
Sanita
Il governo a trazione leghista monopolizza la sanità sarda, ormai allo sfascio più totale
Ambiente e Servitù energetiche
È la grande battaglia del 2023, che ha visto la nascita di tanti comitati e il coordinamento tra essi. Per dire Sì alla transizione, ma un grosso NO alla speculazione energetica e alle imposizioni coloniali dell’Italia.
Per la Sardegna negli uffici di Terna risultano depositate 650 pratiche di attivazione di impianti rinnovabili (e il dato è aggiornato al 31 marzo, manca ancora l’ultimo trimestre): 406 sono per il solare, 208 per l’eolico a terra e ben 36 per campi di torri del vento in mare. In tutto le pale sarebbero 2.331, tutte di grandi dimensioni, anche più alte di 250 metri. Una ogni 680 abitanti.
Ad iniziare le contestazioni una proprietaria terriera che dovrà subire l’esproprio.
A seguire altri proprietari e contadini, hanno sostenuto il coro fino ad un accavallarsi di proteste e di accuse, al sindaco attuale ed a quello che nel 1987 accettò la prima stazione Enel, che per un gioco del destino si trovava proprio ieri a dirigere la stessa seduta, perché è l’attuale presidente del consiglio.
10 agosto. La Regione ignora la moratoria, e tra un voto contro la salvacoste e l’abitabilità dei seminterrati, vota l’OK al Tyrrhenian Link.
5 settembre. Il ministero approva in via definitiva il Tyrrhenian Link. Ricordiamo ancora una volta le dichiarazioni di Terna: “una rete che consenta di prelevarla dove viene prodotta e di portarla dove viene consumata, sostanzialmente quindi da Sud verso Nord, dove si concentra la maggior parte dei consumi civili e industriali“.
Epilogo. Dopo mesi di battaglie, la regione NON ha presentato la moratoria, ha ritirato il suo stesso ricorso al decreto energia del 2022, e ha dato giudizio positivo al testo sul decreto energia.
Epilogo 2. Dopo aver favorito la speculazione energetica e la colonizzazione della Sardegna, viene premiata da una rivista di settore. Carriera spianata, dunque, stando ai canoni del potere che affligge la Sardegna: obbedienza ai dettami dall’alto, noncuranza degli elettori. Non a caso proviene dal mondo di Italia Viva di Renzi, poi saltata alla destra italiana. Domani chissà!
Giustizia
In Sardegna, sotto il dominio italiano, si subisce un processo per una protesta o per la scritta su un muro. Quando a devastare è lo stato stesso, o i papaveri alti, tutto viene messo a tacere e la polvere nascosta. La giustizia del Marchese del Grillo.
“La Procura aveva accertato lo stato di devastazione della “Penisola Delta”, un’area di tre chilometri quadrati dove, dal 2008 al 2016, furono sparati 860mila colpi di addestramento.” Sappiamo già come finirà.
“L’assoluzione dei nove imputati del processo RWM non cancella i numerosi abusi edilizi commessi nel corso dell’ampliamento dello stabilimento di Domusnovas–Iglesias e, per fortuna, neppure li sana”.
Trasporti
“L’obiettivo è creare un sistema unico con i tre aeroporti sotto un’unica gestione“
Il 2023 è stato l’anno del tentativo di creare un monopolio privato intorno agli aeroporti sardi
Gli stessi che hanno votato l’inutile insularità in costituzione, se ne lamentano:
Interrogazione alla Camera di Lai (PD), ‘Regione dovrebbe impugnare decreto’
“Sembra una beffa, la Sardegna è l’unica regione in Italia che non può essere raggiunta per via stradale o per via ferroviaria ed è l’unica esclusa dai contributi per il trasporto merci a via mare”
Scuola Sarda
Lo spopolamento è causa del taglio delle classi, che sarà causa di altro spopolamento delle zone interne
Cultura
Nella settimana di febbraio un’inchiesta di Mauro Pili sull’Unione Sarda mette in crisi la fondazione di Mont’e Prama, gestita da Muroni. L’inchiesta si sgonfia dentro l’Unione, quando tocca elementi del Psd’Az, ma viene proseguita da Sardinia post.
Un vero e proprio manifesto politico dell’archeologo e intellettuale Giovanni Ugas. Dall’ambiente, alla speculazione energetica, alle questioni identitarie in contesti “glocal”, alla lingua sarda.
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